Claudio Bisio si fa in due per La cura del gorilla. Lontano dal cinema da ben sei anni, il popolare attore e showman televisivo torna dal 3 febbraio sul grande schermo addirittura con un doppio ruolo. Nel film, ispirato all'omonimo romanzo di Sandrone Dazieri e diretto dall'esordiente Carlo A. Sigon, Bisio è infatti il Gorilla del titolo: un uomo affetto da una particolare forma di sdoppiamento della personalità. "Sandrone è uno di noi - ha raccontato al Noir in Festival di Courmayeur -: bonario, ironico, con un passato di centri sociali e militanza politica. Il Socio è invece la sua anima razionale, fredda, calcolatrice: quanto di più distante possa immaginare da me". Proprio da questa sfida, ha detto Bisio, è nato però il suo amore nei confronti del romanzo: " A suggerirmelo è stato il mio libraio di fiducia. Quello che mi ha attratto di più è stata fin dall'inizio la doppiezza del protagonista. Un uomo la cui trasformazione, tutta interiore, è invisibile al resto del mondo. Poter giocare su queste sfumature impalpabili è quello che da attore mi ha appagato di più".
Tra gli interpreti del film, accanto a Stefania Rocca, Gigio Alberti, Antonio Catania e Bebo Storti, c'è anche l'88enne Ernest Borgnine. Il protagonista dello storico 'Mucchio selvaggio' è nella storia un vecchio attore americano, a cui il Gorilla finisce per fare da guardia del corpo, dopo aver abbandonato un'attività di investigatore senza licenza. Con il suo "doppio" scoppierà però una crisi nel momento in cui si troverà a dover aiutare una ragazza a cui è stato ucciso il fidanzato. Dazieri, coinvolto anche in veste di cosceneggiatore, parla di "fisiologico tradimento del romanzo". "E' un processo inevitabile in qualsiasi adattamento - dice -. In questo caso c'erano poi tante storie intrecciate, impossibili da riportare al cinema. Il mio primo lavoro è stato quindi quello di ‘smontare' il libro e di ‘ricostruirlo' con una grammatica completamente diversa".
Tra i passaggi più complessi, racconta Bisio, quello del rapporto fra Sandrone e il Socio: "Mentre nel romanzo le due personalità del Gorilla comunicano tra loro scrivendosi dei bigliettini, con Sigon abbiamo deciso di introdurre nel film dei veri e propri dialoghi. In particolare c'è una scena - mostrata in anteprima al Noir in Festival - in cui parlano tra loro attraverso un specchio.  E' stato un passaggio determinante delle riprese, a partire del quale ho capito di essermi davvero appropriato del ruolo".  La schizofrenia di Sandrone, accompagna poi Bisio anche fuori dal set. In tournée teatrale fino al 20 dicembre con Grazie, lo spettacolo ispirato a Daniel Pennac, l'attore si dedicherà poi da gennaio alla prossima serie di Zelig. "Da quando mi sono riproposto di prendermi un anno sabbatico - dice l'attore - non ho smesso di lavorare un attimo. L'ultima stagione è stata straordinaria. Fra teatro, cinema e tv, mi ha consentito di dedicarmi a progetti fra loro diversissimi".