Non era nei piani di Claudia Gerini passare dietro la macchina da presa. Finché non si è imbattuta nel soggetto di Tapirulàn. “Ho capito nel profondo la protagonista, mi era chiaro come raccontare il suo percorso. Allora ci ho riflettuto, ho considerato tutte le difficoltà e ho capito che potevo gestirla”.

Presentata in anteprima mondiale al Panorama Internazionle del Bif&st, Tapirulàn è la storia di Emma (interpretata dalla stessa Gerini), counseling online che lavora da casa correndo costantemente sul suo tapis roulant, mentre sull’enorme schermo che sovrasta l’attrezzo si interfaccia con persone in cerca d’aiuto. Fino a quando la chiama sua sorella, con cui non ha rapporti da ventisei anni.

Il film si svolge (quasi) tutto all’interno di un grande appartamento. “Il fatto – riflette Gerini – che ci fosse una sola location, tra l’altro con me come protagonista assoluta, mi ha aiutato a capire che potevo governarla. Per me è stato un grande passo in avanti: devo molto all’esperienza sui set, ho osservato e studiato il lavoro degli altri. Un’esperienza impegnativa e stimolante”.

“È un high concept dalla dimensione molto internazionale, abbiamo subito pensato a Claudia” dice Stefano Bethlen, manager di lungo corso che con Tapirulàn esordisce come produttore indipendente, affiancato da Sky e Rai Cinema. “È un film che piano piano è diventato sempre più ambizioso – spiega Samantha Antonnicola di Rai Cinema – anche grazie all’apporto di Claudia. Alla fine ne è uscito un film quasi sperimentale, molto originale. D’altronde c’è una donna che corre tutto il tempo in una sola location, si doveva per forza renderlo più dinamico grazie a una regia che fosse sia drammaturgicamente congrua che di impatto emotivo. E Claudia sul set si è lasciata andare”.

Film che risente e rielabora limiti e possibilità del periodo pandemico, Tapirulàn trova una forma alternativa per parlare dei malesseri della società. Ne è convinta l’autrice: “La pandemia ci ha portato a interagire con le persone tramite schermi. La protagonista è una donna interrotta che ha seppellito il trauma sotto l’impegno fisico: è diventata un’atleta sempre in corsa, abituata ad assorbire, che ha l’istinto di far suoi i problemi altrui. Ma che nonostante la fisicità non può ignorare le emozioni: mi piace che ci siano tanti piccoli messaggi sulla diversità come punto di forza per andare avanti nella vita nonostante le difficoltà. Quanto ho corso? Non lo so, mi dicono centinaia di chilometri”.

In sede di sceneggiatura ci sono Fabio Morici (“È una storia che aggancia le persone perché tutti prima o poi abbiamo paura di perderci. E per Emma correre è una strategia di sopravvivenza”) e Antonio Baiocco (“Emma corre ma è ferma: la forza del film è proprio la staticità data anche dall’ambiente chiuso”).

Tra gli interpreti, Stefano Pesce, Maurizio Lombardi, Daniela Virglio, Corrado Fortuna e Claudia Vismara, quest’ultima nel ruolo della sorella ritrovata: “È venuto a mancare il rapporto classico tra attori e regista. Claudia interagiva con un green screen immaginando tutti gli altri personaggi e noi parlavamo direttamente in camera. È stato un lavoro molto intimo”.

E sulla nuova esperienza da regista, Gerini svela: “Ho capito perché tanti registi si sentono Dio: possono chiederti tutto e decidono ogni cosa, si sostituiscono a chi crea un mondo. Niente si muove senza la loro approvazione. È una sensazione che effettivamente ti fa credere di essere Dio. Però mi è piaciuto molto prendermi delle responsabilità, seguire tutte le fasi dal montaggio alla postproduzione. Se non rischi non evolvi”.

Una produzione Milano Talent Factory in associazione con Attitude, Big Tree Movie Entertainment, Christian Candela per Identivisuals e Roberto Righi per ML in collaborazione con Rai Cinema e Sky Cinema, Tapirulàn uscirà in sala il 5 maggio.