Finalmente il cinema italiano si riappropria di uno dei generi che l'ha reso grande: la commedia. Una vera e propria sorpresa sotto l'albero per gli appassionati del cinema natalizio. Ci ha pensato uno degli autori più sensibili del nostro cinema, Alessandro D'Alatri, con Commediasexi che segna anche l'esordio sul grande schermo di Paolo Bonolis ed Elena Santarelli. Il Cinepandoro - come ama definirlo il regista in contrapposizione ai classici film natalizi, (Cinepanettoni) uscirà, in più di 350 copie, il 15 dicembre, prodotto da Cattleya e distribuito da 01 Distribution. E gli ingredienti della commedia ci sono tutti: il triangolo sentimentale, un po' sui generis, ma c'è; personaggi assetati di potere e gloria contrapposti a quelli buoni e disponibili verso il prossimo, ci sono. E ci sono anche i furbacchioni che approfittano delle situazione per sbarcare il lunario. Poi le donne: quelle che amano veramente la propria famiglia ma non sanno come dimostrarlo; quelle che credono di essere perfette mogli, madri e amanti, ma che poi esplodono; giovani ragazze in cerca della propria strada, chi la percorre attraversando il successo, chi, invece, attraverso crisi adolescenziali. Alla presentazione alla stampa con D'Alatri e il produttore Riccardo Tozzi c'era il cast al completo (o quasi) Sergio Rubini, Stefania Rocca, Elena Santarelli, Margherita Buy, Michele Placido e Rocco Papaleo. Ma la formazione al completo vede anche volti noti come Massimo Wertmuller, Fabio De Luigi, Maurizio Micheli, Paola Tiziana Cruciali. E, come nella commedia all'italiana, piccoli e grandi ruoli sono curati nel minimo dettaglio. La commedia all'italiana
"Quella della commedia all'italiana è una stagione nella quale sono cresciuto, andavo al cinema con mio padre e li vedevo tutti quei film. Commediasexi vuole essere un omaggio a tutta quella tradizione e mi piacerebbe aver stabilito con questa, non pretendo un cordone ombelicale, ma almeno un "capello" . Così dichiara D'Alatri che ammette di essersi divertito molto "a scrivere una commedia al 100% , non l'ho mai fatto e ho scoperto delle regole molto precise. La commedia è qualche ottava più su della realtà. Rappresenta la realtà, la interpreta non ne è lo specchio dove la gente si riflette".

Pensando a Sordi
E' indubbio che Bonolis ricordi a tutti Alberto Sordi, soprattutto nel personaggio. "Non sono un attore e l'unica memoria che ho è quella biologica. Ho visto tutti i suoi film sin da piccolo . Era l'unica strada che potevo percorrere" racconta Bonolis. Il personaggio del neoattore, quello del politico alle prese con una delicata riforma sulla famiglia, amante della starlette, è stato scritto da D'Alatri e da Gennaro Nunziante, pensando proprio a Bonolis. "Non che non ci siano grandi attori comici in Italia, sottolinea il regista - Mi piacerebbe lavorare con Verdone o Benigni ma loro sono autori e registi di loro stessi!". La politica
Fare un cinema politico viene naturale. I miei film - racconta D'Alatri - sono politici perché si occupano di una cosa di cui la politica non si occupa più: la vita delle persone. In questo vuoto, in questa assenza totale prevedere quello che succede non è poi così difficile. I politici che vediamo nel film sono in effetti quelli che noi vediamo nella realtà". Ristabilire un rapporto con il pubblico
"E' troppo tempo che la classe intellettuale, quella degli artisti si è chiusa nei salotti a giudicare il cosiddetto grande pubblico. Io amo il pubblico, volevo ristabilire un rapporto con il popolo. Anche mi sembra che nessuno più se la sente di dialogare con la massa, con tutti".  La concorrenza con gli altri film di Natale
"Non c'è concorrenza diretta, c'è un nuovo gusto da portare sulle tavole. C'è a chi non piace il panettone con i canditi, ora c'è anche il pandoro. Penso sia sano fare scelte e avere gusti differenti.  E bisogna ringraziare chi ha fatto i Cinepanettoni, con i loro guadagni è andato avanti il cinema italiano. Credo sia giusto che il pubblico abbia amato e ami quel cinema, ma gli chiedo di vedere anche il mio". Un nuovo tipo di finanziamento
Il Product Placement ovvero metti un brand nel film e sponsorizzazione è fatta. "Ora è legge - dice D'Alatri - è un senso di libertà. Dopotutto i prodotti fanno parte della nostra vita quotidiana. Ovunque ti giri vedi un marchio." E così con estremo garbo sfilano Pasta Garofalo, Montblanc e  altri brand.  "E' una fonte non trascurabile per il finanziamento di un film", aggiunge il produttore Riccardo Tozzi. Se fatto con discrezione non dispiace neanche al pubblico.