La sua figura, la sua Passione, bucano il grande schermo fin dagli albori. La storia di Gesù, dalla Natività al Golgota fino alla Resurrezione, è uno dei temi prediletti della neonata cinematografia: la conoscenza popolare delle tavole della via crucis - riproposte calligraficamente nella forma dei tableaux vivants - offriva ai primi spettatori del muto un background conoscitivo tale da poter ovviare all'assenza di dialoghi e di un montaggio narrativamente maturo (il pubblico, infatti, non doveva preoccuparsi di scoprire una nuova storia, ma solo di apprezzarne la rappresentazione). Inoltre, il tema evangelico consentiva al cinematografo da un lato di inserirsi a pieno titolo tra gli spettacoli d'intrattenimento popolare (teatro, varietà, spettacoli itineranti, burlesque), dall'altro di distinguersene per la superiore qualità artistica e morale.

Non mancano, in una moltitudine di operazioni più o meno simili, alcune vette, come il Christus di Antamoro o La Passione di Giovanna d'Arco di Dreyer, giustamente ribattezzata da alcuni studiosi come prima vera diversione dai canoni rappresentativi classici: la Giovanna di Dreyer è a tutti gli effetti una Figura Christi al femminile. Nella storia del cinema di queste diversioni ce ne saranno altre, spesso accompagnate dalle polemiche (L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese resta l'esempio più celebre).La redazione di Cinematografo.it, nell'augurare una serena Pasqua a tutti i suoi lettori, ha scelto i titoli a suo giudizio più rappresentativi di questa piccola storia nella grande storia del cinema, quelli che meglio di ogni altro - nelle intenzioni almeno, se non negli esiti - hanno saputo declinare il testo evangelico secondo forme e suggestioni nuove.