“Il calo sulle presenze e sugli incassi nel cinema è stato netto quest’anno”, così Richard Borg, amministratore delegato Cinetel, apre la conferenza stampa sui dati del mercato cinematografico nel 2017. I numeri parlano e purtroppo non sono dei migliori: lo scorso anno al box office italiano si sono incassati 584.843.610 euro per un numero di presenze in sala pari a 92.336.936 e rispetto al 2016 si è registrata una diminuzione degli incassi al box office dell’11.63% e un decremento delle presenze del 12.38%.

Negli ultimi cinque anni si tratta del secondo peggior risultato sia in termini di presenze che di incassi dopo la stagione del 2014. “Questo esito è stato determinato da una decrescita di interesse del pubblico italiano nelle produzioni nazionali”, prosegue Borg, che poi aggiunge: “Nel 2016 Quo Vado? e Perfetti sconosciuti hanno avuto grandissimi incassi, cifre che sono state impossibili da ripetere l’anno successivo. Lo stesso problema c’è stato anche in Spagna e in Germania”.

“Tra i punti cruciali di questo andamento negativo del cinema c’è l’impatto di Internet perché le persone spesso preferiscono questa modalità  più comoda per vedere i film. Inoltre  c’è lo psicodramma per cui d’estate la gente non va al cinema. In Spagna d’estate sono stati incassati 100milioni di euro in più rispetto all’Italia e il clima è lo stesso”, dice il presidente Anica Francesco Rutelli. E poi sottolinea un dato positivo: “Anche se le sale sono in un momento difficile il cinema è sempre molto amato e resta una delle modalità preferite dai nostri concittadini di intrattenimento”. 

Nel 2017 sono stati distribuiti in sala 536 film di cui 216 di produzione o coproduzione italiana.  “Tutti questi film che escono nell’arco di un anno sono troppi e forse ce ne sono alcuni che non dovrebbero uscire in sala, così come è necessario che vengano distribuiti durante tutte le settimane dell’anno”, commenta il Presidente Anec Alberto Francesconi, sollevando il problema che molti (troppi) film escono concentrati in pochi mesi e augurandosi che le sale cinematografiche diventino sempre più attraenti.

“Sono mancati dei titoli forti quest’anno. In più lo scorso anno i titoli di qualità hanno avuto risultati inferiori rispetto agli altri anni”, commenta Francesca Cima, presidente sezione produttori Anica, che, guardando questi dati, si sente con il “cuore diviso” perché “nonostante l’avvento del digitale e i consumi che cambiano il cinema mantiene una sua stabilità in termini di spettatori. Inoltre questo è un anno particolare poiché siamo alla vigilia dell’applicazione della nuova legge Franceschini”. Una legge su cui Francesconi  si sente “ottimista perché è un’occasione unica per far crescere il consumo di cinema in sala”. 

L’incasso totale del cinema italiano (incluse le coproduzioni) in sala durante il 2017 è stato di 103.149.970 euro (meno 46,35% rispetto al 2016). Più nel dettaglio il cinema italiano ha incassato circa 89 milioni di euro in meno rispetto al 2016 e la quota del cinema italiano al box office è stata la peggiore negli ultimi quattro anni. Nessuna produzione nazionale ha infatti superato i dieci milioni di incasso. Il primo incasso del 2017 è stato registrato dal film americano La bella e la bestia, seguito da Cattivissimo me 3 Cinquanta sfumature di nero. Il cinema statunitense è quindi primo per nazionalità al box office e, dopo quello americano e italiano, seguono il cinema inglese, la produzione francese e quella tedesca.

Il mese migliore per il cinema italiano al box office è stato quello di gennaio grazie in particolare all’uscita di L’ora legale e Mister Felicità, i primi due incassi italiani dell’anno. Mentre il mese peggiore è stato, come nel 2016, quello di agosto con un valore sul totale annuo dello 0,81%.

Si conferma così il problema della stagionalità del cinema, ma come risolverlo? “Nei nuovi decreti attuativi ci sono già alcune misure che incentivano le uscite nel periodo estivo, come per esempio dei premi che riguardano i distributori”, dice Nicola Borrelli, direttore generale cinema del Mibact. Infine conclude Andrea Occhipinti: “Dobbiamo agire sull’estate e sulla produzione italiana per migliorare questa situazione”.