"Dalle 6000 presenze del primo anno si è passati alle 32000 dell'anno scorso per una manifestazione rivolta a tutta la cittadinanza che offre un cinema in grado di parlare attraverso i giovani" dichiara Sara Cortellazzo, direttrice del Sottodiciotto film festival (Torino, 25 novembre-5 dicembre), arrivato quest'anno alla sua decina edizione, con un cartellone che presenta ben 406 titoli ed un tema importante: la creatività. Rimane il concorso nazionale audiovisivi realizzati in ambito scolastico, l'anima primordiale del festival, con 174 cortometraggi selezionati tra gli oltre 500 giunti da tutta Italia "ma si è saputo, negli anni, inserirlo in un contenitore più ampio che sapesse coniugare il concorso ad un percorso di ricerca, con un giusto spazio anche al cinema spettacolare". Tanti gli omaggi, i programmi speciali con ospiti di grande rilievo come il regista britannico Mike Leigh, al quale Aiace, in collaborazione con il Museo del cinema di Torino, dedica la prima retrospettiva completa anche dei suoi lavori televisivi che, dopo Torino, verrà presentata a Bologna. “Un autore che ha un approccio intimo alle cose" precisano i curatori Stefano Boni e Massimo Quaglia.
Altro ospite importante, il premio Oscar Aleksandr Petrov con la prima personale italiana. A Laurent Chevallier, che gira in Africa lungometraggi con sempre grande attenzione al mondo dei giovani e ai fenomeni musicali africani, il festival dedica una quadrilogia di film. Il cinema d'impegno civile sarà rappresentato dal regista Fernando Solanas che porterà il suo ultimo documentario sull'universo dei trasporti argentini, inedito in Italia, La proxima estacion. Atteso anche La fille du Rer, il nuovo film di André Techiné con Emilie Dequenne e Catherine Deneuve.
Monicelli, ospite anche al Torino film festival, tornerà nella capitale piemontese perché sono stati restaurati due suoi lungometraggi meno conosciuti dal grande pubblico: Padri e figli e Toh è morta la nonna. A Citto Maselli, la targa Citta di Torino per la sua attenzione al mondo dei giovani. Diverse le opere prime d'autore: Neuilly sa mère di Gabriel Julien Laferrière, narra di un ragazzo algerino catapultato nel ‘feudo elettorale' del presidente francese Sarkozy, con tutte le contraddizioni del caso. Un film molto divertente ed ironico, che ha suscitato diverse reazioni Oltralpe; La Journée de la jupe di Jean-Paul Lilienfeld, che segna il ritorno di Isabelle Adjani, con un film dai toni duri: l'attrice interpreta una professoressa stressata che prende in ostaggio la sua classe. Katalin Varga di Peter Strickland, opera prima del regista britannico, vincitore dell'Orso d'argento al festival di Berlino 2009: un revenge-movie che verrà presentato il 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Nel festival grande attenzione e rispetto per temi sociali di scottante attualità. Merita di essere menzionato il programma speciale curato in collaborazione con l'istituto degli Innocenti di Firenze Rom città aperta, proiezioni-dibattiti e performance musicali "per affrontare senza pregiudizi il mondo dei rom e dei sinti" precisa Sara Cortellazzo che con un pizzico d'orgoglio ricorda che co-curatrice del programma è Laura Hailovic, due anni fa vincitrice nella sezione sottodiciotto extra-scuola, che presenterà Io, la mia famiglia e Woody Allen. Nel programma anche Le avventure di Dollie (1908), il primo corto di D.W. Griffith, musicato dal vivo da una banda gitana.
Negli anni si sono intensificate anche le collaborazione con le grandi case di distribuzione che offrono delle anteprime di rilievo al festival; potremo vedere 35 minuti di Dragon Trainer e Ben X di Nic Balthazar; 500 giorni insieme di Marc Webb, amato dal Sundance film festival e film d'apertura in piazza Grande al Locarno film festival, e Adam di Max Mayer, nelle sale italiane a marzo: due commedie che rappresentano tipologie diverse di rapporti anomali tra coppie. Piacevole sorpresa un programma per i bimbi sopra i 18 mesi: La piccola talpa, corti realizzati negli anni '70 in Cecoslovacchia.