“Un manuale dei sentimenti, ispirato al Simposio di Platone, perché un giuramento d'amor e non ha valore e la trasgressione è veniale: i conflitti d'amore, visti da fuori, sono commedia, ridicolo”.
Parola del regista Angelo Longoni, che il 13 marzo porta in sala (250 copie distribuite da Bolero) Maldamore, interpretato da Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni e Luca Zingaretti e con il tradimento per fil rouge. Produttrice (e in cammeo) Maria Grazia Cucinotta, ambientazione a Trento, Boni e Ranieri stanno insieme, ma si tradiscono a  vicenda e, una volta scoperte le reciproche corna, si lasciano; Zingaretti è un impenitente donnaiolo, e la Angiolini finisce per cacciarlo di casa: “Il tempo gioca a sfavore della coppia – dice il regista – ma insieme rende più inclini al perdono”.
“Non credo nella contrattualizzazione dell'amore”, gli fa eco Boni, che osserva: “Il suggello del mio amore non ha bisogno di un contratto, ma insieme non c'è bisogno di un tradimento per portare avanti il rapporto di coppia”. Concorda la Ranieri, sottolineando come “dopo anni una coppia debba reinventarsi” e “importanza di tenersi il 2% del tempo per sé: non bisogna concedersi totalmente, perché si rischia di annullarsi”. Ribatte Ambra, “la coppia mia e di Zingaretti è la più patologica, con effetti collaterali sul corpo: abbiamo perso di vista il matrimonio, e la malattia è divenuto lo stare insieme. Grazie a Dio, in questo film non si nascondono gli amanti: li abbiamo liberati dall'armadio e dalla lavatrice…”. Aggiunge Zingaretti: “Le corna non sono al cosa peggiore, è più grave non avere più nulla da raccontarsi”.