Cala il sipario sulla 83esima Notte degli Oscar, che ha sancito la vittoria del tradizionale, ben fatto e British Il discorso del Re sull'ambiguo, potente e sottilmente politico The Social Network, l'immaginifico, autoriale Inception e il western marchiato Coen Il Grinta, addirittura rimasto a mani vuote. Ma, accanto alle tradizionali statuette, è cosa buona e giusta assegnarne delle altre, sui generis, se non strampalate.
Premio miglior attore esordiente: il nonuagenario Kirk Douglas, che impazza sul palco e risolleva le sorti di una cerimonia sottotono

Premio miglior attrice esordiente: James Franco, en travesti (drag) stile Marilyn Monroe

Premio miglior parolaccia (censurata): Melissa Leo e la sua, dicono gli americani, "F-bomb"

Premio miglior bigiotteria: Billy Crystal, che - vedi Douglas - cerca di rendere frizzante la calma piatta del Kodak Theatre Premio miglior assente: Maria Schneider, clamorosamente dimenticata nel cordoglio dell'Academy (Monicelli c'è) Premio miglior intruso: Obama in cameo, con As time goes by per canzone preferita e la noia a far da padrona

Premio miglior sosia di se stesso: Sharon Stone Premio miglior marito/moglie di star: Livia Giuggioli, italiana signora Firth Premio miglior banalità: "Credo la mia carriera abbia raggiunto il vertice" (senza troppa ironia, Colin Firth) Premio miglior supergiovane: i maestri di cerimonia Anne Hathaway e James Franco, giovani come un capo vintage

Premio miglior dieta: Jennifer Hudson, di rosso smagrita Premio miglior premio: la colonna sonora a Trent Reznor per The Social Network

Premio miglior gravidanza protagonista: Natalie Portman

Premio miglior Notte degli Oscar: non questa