Una retrospettiva durata due edizioni. Tante ne sono volute per presentare al Torino Film Festival l'intera opera di Claude Chabrol. Settanta titoli in totale, tra cui la proiezione di un cortometraggio (Coup de vis), i prodotti per la televisione e spot pubblicitari a noi sconosciuti. In questa 24sima edizione la retrospettiva dedicata al cineasta francese ha messo sullo schermo la parte più recente della sua opera, fino al recente La commedia del potere, anno 2005 . L'instancabile regista sta ultimando in questi giorni le riprese del suo nuovo film: "Si intitolerà La femme coupée en deux (La ragazza divisa in due) - racconta -, vagamente ispirato a un fatto di cronaca accaduto a New York all'inizio del XX secolo. Lo stesso a cui già Richard Fleisher si era ispirato nel suo L'altalena di velluto rosso". Un noir che gioca più sulle perversioni dell'animo umano piuttosto che sulla crudezza delle scene visive, come del resto lo è gran parte del suo cinema. Il suo primo film, Le beau Serge è del 1957, sono trascorsi cinquant'anni. Cinquant'anni e non sentirli, verrebbe da dire, vista la sua fervente attività cui si aggiunge la postproduzione di La parure, un film televisivo tratto da Maupassant. Per chi ha avuto modo di intervistarlo e di conoscerlo nelle sue trasferte torinesi Chabrol è generoso e ricco di ironia, ha un senso dello humour che sottolinea un' intelligenza acuta, la stessa che usa nei suoi lavori. "Quando faccio un film - dice - lavoro su un quadernetto a quadretti che riempo di appunti che solo io capisco. Mi serve per creare una struttura narrativa e collegarla alla psicologia dei personaggi e realizzare così un rapporto con lo spettatore". Un maestro d'altri tempi!