E' un film d'animazione ma rischia di arrivare nelle sale italiane con il divieto ai minori di 14 anni. Campione d'incassi in Danimarca, dove ha conquistato non solo il pubblico ma anche la critica, il cartoon in questione s'intitola Terkel e per i toni "politicamente scorretti" che lo caratterizzano ricorda molto da vicino le serie tv americane South Park e Simpson. Già presentato in anteprima al Future Film Festival di Bologna e in uscita nelle sale italiane il 7 aprile distribuito dalla Moviemax in collaborazione con Officine Ubu e  Bo Casper Entertainment, è stato presentato questa mattina a Roma da un quartetto di doppiatori d'eccezione: Elio, Faso, Tanica e Cesareo del gruppo Elio e le storie tese. Assenti Claudio Bisio e Lella Costa. Il film affronta un tema importante (quello del bullismo nelle scuole) e lo fa con toni esasperati e irriverenti, con dialoghi infarciti di parolacce, scene di violenza al limite dello "splatter" e racconta anche di un suicidio, ma il tutto condito d'ironia e tanto humor. "Non si può dire che sia un cartoon per bambini - dice Elio - ma lo considero comunque un film educativo, perché affronta temi importanti e preoccupanti che riguardano tutti i ragazzini nella prima fase della loro vita". Protagonista è Terkel (doppiato da Simone D'Andrea), un undicenne che frequenta la terza media continuamente tormentato da due teppisti, Sten (Tanica) e Saki (Cesareo). Vittima dei due bulli è anche la cicciottella Doris (Bnedetta Ponticelli): segretamente innamorata di Terkel, finirà col togliersi la vita esasperata dalle continue vessazioni dei due bulli. Sullo sfondo si muovono una serie di strampalati personaggi: i genitori del protagonista, Beatrix (Lella Costa), accanita fumatrice, e Leon (Claudio Bisio), un uomo di poche parole la cui unica risposta è sempre "no", il suo migliore amico Jason (Faso), sempre armato di spranga e il professore Arnie (Elio), che è anche voce narrante del film. "Quando l'abbiamo visto la prima volta anche noi siamo rimasti spiazzati - continua il leader del gruppo - ma tutto quello che si vede nel film è estremamente vero". I bambini "sanno essere veramente crudeli - aggiunge Faso - ed è molto realistico il modo in cui nel film si pongono nei confronti dei coetanei e il modo in cui gli adulti si rapportano a loro". Il film non vuole essere un attacco alla "famiglia assente" chiarisce Faso, ma mette chiaramente in luce "il forte distacco generazionale e la mancanza di dialogo che esiste tra genitori e figli". Il fatto di spingere tutto all'eccesso "produce un doppio effetto - spiega Elio - da una parte comico, dall'altra drammatico, come quando il professore, attraverso una canzone, parla ai suoi alunni di pedofilia". Il brano parla del piccolo thailandese Quong che "anche se è un bambino lui ne ha da faticar", "è il primogenito di nove fratellini e prepara lui la cena per i grandi e i piccolini", "poi li mette a nanna ma deve uscire ancora, andare per sentieri bui perché ha un appuntamento, un galante tête a tête col suo moroso Shultz che di anni ne ha 53". Per Tanica "sono molto più sconvolgenti per un minore i titoli di cronaca dei tg che non un film come Terkel". Elio e le storie tese hanno collaborato anche all'adattamento dei dialoghi e delle canzoni. "E' stato molto difficile - ammette Elio - ma noi abbiamo messo molta cura per trovare dei testi che si adattassero perfettamente al labiale dei personaggi e anche alla nostra cultura".