“Mi piacciono i corpi, sono molto fisica nella vita, e per questo credo nel mio cinema si sente la fisicità, in questo caso affidata alla danza: mi ha sempre fatto fantasticare, ci sono persone che praticano alla perfezione un gesto nel tennis, nel calcio, nel pattinaggio, e spesso non ci si rende conto del lavoro necessario. E' qualcosa di molto commovente”.
Così la regista francese Valerie Donzelli presenta Main dans la main, in Concorso al festival di Roma, interpretato da lei stessa e dai protagonisti Valerie Lemercier e quel Jeremie Elkaim con cui aveva già condiviso il fortunato La guerra è dichiarata e l'esordio La reine des pommes. La Lemercier interpreta l'altezzosa direttrice della prestigiosa scuola di danza dell'Opera Garnier, mentre Elkaim un giovane che lavora in una ditta di specchi in provincia: non potrebbero essere più agli antipodi, ma al primo incontro una forza misteriosa se ne impadronisce, costringendoli a non separarsi e imitare i gesti reciproci.
“Dopo La guerra è dichiarata, anche questo è un film autobiografico, a modo suo: parla di lutto, separazione e fusione, e sono temi a me molto cari”, precisa la Donzelli, confessando di avere scritto Main dans la main per l'amica Lemercier: “Volevo vederla recitare in modo diverso, darle un aspetto misterioso, valorizzare la sua eleganza, e metterla in coppia con Jeremie: lo trovo eccitante, li volevo vedere insieme al cinema, con una divertente storia amore tra due personaggi molto diversi”.
“Non non sono una ballerina – ribatte la Lemercier - ma mi piace la danza, e credo questo sia un film sulla disciplina, la stessa che hanno i ballerini”. Viceversa, Elkaim definisce la Donzelli “una macchina da idee: premi pulsante ed escono. E' come uno scultore, ha l'intelligenza delle mani, e il mio ruolo (anche qui è cosceneggiatore, NdR) è quello di un muro contro cui si lancia la palla: risponde in modo obliquo, rapido a seconda delle asperità. E non è falsa umiltà: l'energia e la forza creativa sono tutte di Valerie”.