Il giovane esordiente Guido Lombardi ha presentato alla Settimana della Critica la sua opera prima: La-bas. Il film racconta la difficile realtà dei tanti immigrati che dall'Africa cercano fortuna in Italia. Ma come nasce l'idea di affrontare una tematica così delicata? “Per quanto la storia sia ambientata nel 2008, data a cui risalgono i fatti di Castel Volturno - dice il regista - in realtà l'idea risale a qualche anno prima. Già nel 2005/06 avevo scritto una prima sceneggiatura nella quale raccontavo lo scontro tra criminalità africana e quella camorrista. Poi è accaduta la strage con il suo contenuto tragico e contemporaneamente clamoroso. Mi è sembrato inevitabile inserirla, volendo raccontare quello scenario e le contraddizioni di quel luogo".
Un luogo che l'autore partenopeo ha nel sangue e con cui è continuamente a contatto. “Castel Volturno si trova a 20 km da casa mia, meno di una trasferta. Tu ci entri e vedi quasi soltanto africani”. Già, perchè questo piccolo paese del Litorale Domizio ha il più alto tasso di cittadini di colore di tutta Italia. Un meltin pot di culture e religioni dove la convivenza non può che farsi problematica. “Di realtà come Castel Volturno purtroppo non parla nessuno fino a quando non succede un evento clamoroso, come quello della strage. Poi ritorna il silenzio così come è stato per Rosarno. Di questi territori meno si sa meglio è anche perchè di soluzioni la politica non ne ha".
Mosso dalla volontà di spezzare l'omertà e il silenzio attorno a questa drammatica situazione il giovane regista precisa di aver compiuto una meticolosa ricerca sulla dinamica dei fatti. “Mi ha molto aiutato una giornalista napoletana, Maria De Simone, ho letto anche l'ordinanza di custodia cautelare per Giuseppe Setola. E ho cercato di ricostruire nel film come è andata veramente. Li hanno tutti ammassati e i camorristi, fingendosi poliziotti, hanno cominciato a sparare all'impazzata, sugli immigrati inermi. La reazione immediata degli africani, all'arrivo della vera polizia, è stata come l'ho raccontata: inveivano contro di loro senza capire bene, mossi da una rabbia incontrollabile".
Un film coraggioso che si scontra con le logiche e le tendenze commerciali. “Proprio quello che all'inizio sembrava un progetto difficile da realizzare: un film sugli immigrati parlato in inglese e in francese è stato portato a termine. Siamo stati aiutati dalla Film Commission Campania che tre anni fa ci ha dato un piccolo finanziamento si tratta di cifre modeste per un totale di 80.000 euro però insomma, ben vengano. Poi sono riuscito a trovare i tre produttori che hanno creduto in me e nella mia idea ed eccoci qui. Probabilmente però, se avessi girato natale a Castel Volturno, non avrei incontrato tutti questi problemi”.