Si può passare da Ozu, Bresson e Dreyer (Trascendental Style in Film, tesi e poi libro nel '72 a 26 anni) a Lindsay Lohan senza farsi diagnosticare la schizofrenia, o peggio? Si può scrivere per Scorsese (da Taxi Driver, Toro scatenato, L'ultima tentazione di Cristo, ad Al di là della vita) e farsi scrivere da Bret Easton Ellis senza, forse, colpo ferire? Ancora, si può dirigere American Gigolo e poi trovarsi davanti alla macchina da presa il pornoattore “della porta accanto”, James Deen?
Ebbene, si può, ma solo se ti chiami Paul Schrader. Presidente di giuria a Orizzonti, fuori concorso con The Canyons, Mr. Schrader è al Lido in giudizio e immagini: sul primo, lui che è stato calvinista senza cinema, critico senza camera, sceneggiatore senza regia, infine, autore uno e bino (regia & script) ci si può scommettere, sulla sua ultima fatica, beh, tocca sperare.
Un thriller, ecco la tweet-sinossi, sulla ricerca di potere, amore, sesso e successo di a parte di cinque 20enni nella Hollywood contemporanea, i rifiuti di due festival (Sundance e SXSW) sulla fedina penale, le code al Marché di Cannes per condizionale, la strana doppia coppia Lohan&Deen, Schrader&Ellis per garanzia: successo o insuccesso poco importa, la garanzia che qualcosa di geniale, sballato, weird, fuori fuoco (nonostante il Nostro abbia l'Auto Focus in carnet) e wannabe quel che vi pare c'è. Eccome.
Crowdfunding, 250mila dollari di budget e attori pagati 100 al giorno, Lindsay Lohan in rehab prima della prima veneziana, il “pranky noirish thriller” inteso da Ellis e lo “Schrader film” che ne ha fatto il regista, con tutti i casi del caso indie, non ultimo il ricorso a Steven Soderbergh, che dopo aver visto un montaggio grezzo s'era offerto di rimontarlo in tre giorni. Com'è finita? Due medi alzati, ecco come: “E' quello che farebbe lo stesso Soderbergh se un regista si offrisse di montargli il film”, ha chiosato Schrader. C'è da capirlo, ma la speranza è anche quella di capire il film, che LiLo volle, fortissimamente volle interpretare da protagonista, che James Deen (quasi omonimia a luci rosse) accettò su invito di Ellis.
Dalla sua, di Deen, parodie XXX (Simpson, Griffin) e studi orali (Here comes the President), ragazzine concupiscenti e il salto già fatto da Sasha Grey chez, proprio lui, Soderbergh (The Girlfriend Experience), con un biglietto da visita rubato a Godzilla: Size does matter. Speriamo, sì, una volta ancora, che per Schrader non valga: piccolo film The Canyons, sicuramente imperfetto, sbilenco e instabile, ma quanto ci sta bene un canyon al Lido?