E' l'unica regista al mondo ad aver vinto due Palme d'Oro al Festival di Cannes (nel 1986 per il corto An Exercise in Discipline - Peel), nel 1993 con il celebre Lezioni di piano. Questa volta, Jane Campion, è chiamata ad assegnare i premi sulla Croisette. Presidente di una tra le giurie forse meglio assortite di sempre, la regista, sceneggiatrice e produttrice neozelandese sa che quella che l'aspetta è "un'enorme responsabilità, anche se il mio problema più grande ogni volta che sono ad un Festival è che non so mai bene che cosa indossare", dice scherzando. "Chi ama il cinema - prosegue la Campion - spera sempre di essere sorpreso, eccitato da ogni visione".
Ad accompagnarla in questo delicato compito, gli altri giurati: l'attrice iraniana Leila Hatami, la regista Sofia Coppola, l'attrice Do-Yeon Jeon (finora l'unica attrice coreana ad essere stata premiata a Cannes, per il film Secret Sunshine), l'attrice francese Carole Bouquet, il regista danese Nicolas Winding Refn (habitué della Croisette), l'attore regista e produttore Gael Garcia Bernal, l'attore Willem Dafoe e il regista cinese Jia Zhangke, spesso e volentieri presente a Cannes con i suoi film ma mai in concorso: "Essere a Cannes è sempre un onore, a prescindere dalla sezione in cui viene presentato ogni film", dice.
Sul compito che li aspetta, hanno tutti le idee molto chiare: "Vogliamo essere sorpresi, anche se l'arte è difficile da premiare perché figlia di un percorso anche emotivo", dice Refn. Che proprio in questa edizione del Festival, trova (anche se in Un Certain Regard) l'opera prima del "suo" Ryan Gosling, Lost River: "Non l'ho ancora visto, ma sono sicuro che sarà un film straordinario", dice il regista di Drive e Solo Dio Perdona.
Tornando ai criteri con cui la giuria si ritroverà a valutare i film in gara per la Palma d'Oro, è ancora presto per poter parlare di metodo, quel che è certo, assicura Jane Campion, è che "veniamo tutti da paesi differenti, e questo garantisce il massimo dell'apertura mentale possibile". "L'arte per essere pura deve essere indipendente", le fa eco Leila Hatami, mentre Carole Bouquet e Willem Dafoe danno per scontato che "già per il fatto di essere qui a Cannes ogni film sarà di assoluto livello", con l'attore che aggiunge: "Mi aspetto tutti bei film, ognuno con la propria identità ma che in qualche modo rispondano ad un criterio di selezione organico". E la differenza tra essere presenti ad un Festival come registi o attori ed esserci in qualità di giurati? La risposta migliore la dà Gael Garcia Bernal: "Essere giurato è una cosa seria, un gioco terribilmente serio... La differenza rispetto alle altre volte è che non potremo rilasciare interviste durante il Festival". E il tono con cui è stata sottolineata la cosa non sembrava figlio di chissà quale dispiacere...