Due notizie. Prima la cattiva: di bellezza si può morire. Poi la buona: non moriamo noi, a rimanerci secco è un giapponese, reo di scatti compulsivi dal Gianicolo. Non è una barzelletta, ma il nuovo film di Paolo Sorrentino, in concorso al festival di Cannes e nelle nostre sale da domani 21 maggio: La grande bellezza.
Protagonista, lo straordinario Toni Servillo, che torna a lavorare per la quarta volta con Sorrentino: è Jep Gambardella, 65 anni, re dei mondani, giornalista e scrittore con un solo libro all'attivo, L'apparato umano. Cita Flaubert, l'impossibile romanzo sul niente, si perde in mille chiacchiere alto borghesi, galleggia tra cinismo e disincanto in un mondo, per dirla con Cetto La Qualunque, in cui è Tutto tutto, niente niente.
Tra il Fellini di Roma e La dolce vita e l'Ettore Scola de La terrazza, La grande bellezza è un film bigger than life, ambizioso senza arroganza, smisurato ma con proporzioni auree, sacro e profano, cult e scult, Celine (Viaggio al termine della note) e canti gregoriani, cafonal e beato: in mezzo lui, Jep, che sogna il primo amore smarrito e si consuma con stile per la creatività perduta, guardando il mare della giovinezza sul soffitto del suo appartamento vista Colosseo.
Sì, è arte-vita 2.0, Proust ma anche Ammaniti, decadenza dei costumi e i costumi da dandy inveterato di Jep: La grande bellezza è il film summa di Sorrentino, e questo Servillo è l'uomo in più, vive disilluso le conseguenze dell'amore e si incorona Divo della caput mundi popolata di principesse e criminali d'alto bordo, giornalisti e cardinali, coatte dal cuore d'oro (Sabrina Ferilli) e sconfitti a testa alta (Carlo Verdone).
Del resto, morto un Divo se ne fa un altro: Servillo getta la maschera del Divo Giulio, Sorrentino mostra il volto della maturità. E' il Cinema, bellezza. E Cannes, nella prima proiezione stampa questa sera, applaude convinta.
 Pillole di Bellezza

La grande bellezza segna la quarta volta insieme di Paolo Sorrentino e Toni Servillo, dopo L'uomo in più (2001), Le conseguenze dell'amore (2003) e Il Divo (2007).
Paolo Sorrentino torna in Concorso al Festival di Cannes per la quinta volta consecutiva: non marca visita da Le conseguenze dell'amore (2003), il penultimo film sulla Croisette è stato This Must Be the Place nel 2011, mentre con Il Divo ha centrato il Premio della Giuria nel 2008.

Non mancano cammei d'eccezione: il cantautore Antonello Venditti, la divina Fanny Ardant e il re dei paparazzi Rino Barillari.

A fianco del suo attore-feticcio Toni Servillo, Sorrentino ha voluto Carlo Verdone e Sabrina Ferilli, perfettamente a proprio agio in ruoli diversi da quelli cui ci hanno abituato.