Ca’ Foscari chiude la dodicesima edizione del festival dedicato ai cortometraggi premiando la denuncia sociale e la ricerca dell’identità.

A vincere il primo premio del Concorso Internazionale della dodicesima edizione dello Short Film Festival è stato Fantasma Neon – Neon Phantom, del regista brasiliano Leonardo Martinelli, prodotto dalla Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro (PUC-Rio). Finzione e realtà, musical e documentario si uniscono per raccontare speranze e disillusioni di quei giovani che, in moto o in biciletta, sfrecciano lungo le strade di Rio de Janeiro per fare consegne: una funzione che la crisi pandemica ha reso ancora più fondamentale. La necessità economica non permette pause, resta possibile solo un moto continuo verso un futuro per cui non si trova più spazio, e allora l’unica via di fuga diventa una dimensione altra, che Martinelli decide efficacemente di rendere con la musica e il ballo, ultimi tentativi di innalzare un coro di protesta.

Il premio è stato consegnato dalla regista francese Coline Serreau con la seguente motivazione: “Per la forma e per il contenuto di un film che racconta la lotta dei giovani sfruttati dalle compagnie di delivery. Per la forza con cui mostra tutta la loro disperazione, ma anche la loro capacità di resistenza. Perché le coreografie sono belle e creative. Perché le scelte cromatiche sono decise e belle nella loro crudezza.”

Gli autori iraniani Saman Hosseinpuor e Ako Zandkarimi, dopo aver trionfato lo scorso anno con The Other, vincono in questa edizione la Menzione speciale “Museo Nazionale del Cinema” per l’opera che offre il miglior contributo al cinema come espressione artistica, con il loro Congenital , realizzato per la Sapher Art University of Isfahan. Un cortometraggio allo stesso tempo fluido e pulito che racconta una società crudele, incapace di accettare la complessità dei sentimenti e delle identità umane che i registi invece mettono in luce. Il premio, consegnato dal regista Francesco Montagner è stato motivato dalle seguenti parole: “Toccante e delicato, ambiguo e commuovente, questo film racconta la difficile realtà di una faida familiare che sfocia in un matrimonio combinato. Riuscendo a superare le categorie di genere sia cinematografiche, che di gender, il film raggiunge il fulcro di dilemmi universali classici del miglior cinema iraniano e persiano.”

La Giuria ha assegnato inoltre la Menzione speciale “WeShort”, per l’opera che offre la migliore sperimentazione nei linguaggi cinematografici, al primo cortometraggio proveniente dal Benin nella storia del festival, Une autre blanche – Another White Girl di Medessè Agohoundjè. Il racconto di un viaggio all’interno della propria identità: la diversità di una ragazza albina, che appare inizialmente insuperabile, riesce ad essere compresa e inclusa dalla realtà circostante. Il premio è stato consegnato dalla giurata Marina Mottin, con la seguente motivazione: “Per la sperimentazione, e perché è importante dimostrare per l’Africa che tutte le discriminazioni sono ignobili. In una realtà dove la discriminazione della popolazione nera da parte dei bianchi è terribile, il film mostra che tutta l’umanità è capace di discriminare. Le scelte delle inquadrature e del montaggio sono originali e non convenzionali.”

 Tra gli altri premi assegnati nel corso della cerimonia di chiusura del festival,  il Premio Levi per la miglior colonna sonora (musica, parola, rumore), offerto dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, è andato al corto brasiliano Céu de Agosto - August Sky diretto da Jasmin Tenucci, mentre la menzione speciale “Le Giornate della Luce” per la miglior fotografia è stata assegnata Safe di Ian Barling della NYU Tisch School of the Arts.

Per la sezione dedicata ai videoclip musicali, il premio è andato a  The Art of Conversation di Jack Osmond dalla Leeds Arts University, con un video realizzato con tecniche miste d’animazione per accompagnare una canzone dello stesso cantante/regista. Il Concorso Scuole Superiori “Olga Brunner Levi” istituito dalla Fondazione Ugo e Olga Levi ha premiato l’iraniano Sound of Borders di Bahar Rezvanifar, la storia di una ragazza che immagina come sarebbe la sua vita se fosse nata in altri paesi e con sembianze diverse.

Infine, è stato annunciato anche il vincitore della seconda edizione del “Carpenè-Malvolti” Script-Video Contest, I, the Wine di Ville Niemi, regista finlandese in gara nel Concorso internazionale con il corto Lullaby. Lo script è stato premiato “Per la capacità di ritrarre in maniera delicata ed empatica le atmosfere dell’epoca in cui vive il protagonista e per l’attenzione prestata alla storia di questa secolare impresa.”