La prima giornata di Ca’ Foscari Short Film Festival. Tra gli ospiti speciali la regista afghana Alka Sadat e l’attore interprete di Sandokan Kabir Bedi. Proiettati i primi sei corti del Concorso Internazionale.

Ha inaugurato ufficialmente ieri 6 ottobre l’undicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, che durerà fino a sabato 9 e avrà luogo in undici location differenti tra Venezia e Mestre. Protagonista della prima giornata è stata la regista e produttrice afghana Alka Sadat, ospite del primo programma speciale del festival, Women’s Cinema in Afghanistan, che  presso l’Auditorium Santa Margherita ha presentato il suo documentario Afghanistan Night Stories (2015), testimonianza della guerra tra esercito afghano e talebani appartenente a un passato recente sul quale oggi ha più che mai senso interrogarsi.

Alka Sadat

L’autrice ha parlato anche in veste di coordinatrice dell’Herat International Women’s Film Festival, fondato nel 2013 dalla sorella Roya Sadat, prima a diventare regista donna in Afghanistan: “Un festival nato per portare avanti le istanze e le necessità delle donne e di tutta la società afghana”, ha spiegato Sadat,  “inizialmente non avevamo nessun supporto, abbiamo cominciato contando solo sulle nostre forze, ma poi il festival è cresciuto diventando uno dei più importanti del paese e non solo”. A chiudere il programma è stato il trailer di A letter to the president della sorella Roya, storia pluripremiata in cui solo la figura del presidente può salvare una donna condannata a morte per adulterio.

Dopo la cerimonia d’apertura è intervenuto Kabir Bedi, attore indiano naturalizzato italiano divenuto famoso soprattutto per aver interpretato il ruolo di protagonista nella serie Sandokan. Intervistato da remoto da Stefano Beggiora, dopo un excursus sulla lunghissima carriera dell’attore, si è parlato dell’attivismo in ambito sociale che Bedi pratica nel suo paese d’origine. L’attore è infatti interessato a numerose cause filantropiche ed è Brand Ambassador di diverse associazioni umanitarie, tra cui la ONG italiana Care&Share,  punto di riferimento a sostegno delle famiglie di molti bambini e giovani indiani appartenenti alle classi più povere e disagiate.

Nel pomeriggio è stata presentata anche la nuova piattaforma di cinema on demand WeShort, introdotta sul palco dall’ideatore e fondatore Alessandro Loprieno. Si tratta della prima startup italiana dedicata esclusivamente alla diffusione di cortometraggi online, nata con l’intento di far conoscere il più possibile i lavori di giovani artisti emergenti, tra cui anche quelli presentati all’interno del Concorso Internazionale dello Short.

La serata è quindi stata dedicata alla proiezione dei primi sei cortometraggi del Concorso Internazionale, al quale partecipano trenta opere provenienti dalle migliori scuole di cinema e università del mondo. Il primo è stato En rang par Dieux, mix tra riprese e animazione che tre giovani registe italiane, Margherita Giusti, Viola Mancini ed Elisabetta Bosco, hanno realizzato per raccontare l’esperienza biografica di due ragazzi immigrati in Italia, Aliou e Afif, uniti dalla passione per la musica.

A seguire il cortometraggio Şeker Gida (The sugar grocer) del regista turco Ferman Narin, travolgente escalation di eventi e malintesi che travolgere l’inizialmente monotona giornata del protagonista Salih fino a trasformarla nella peggiore della sua vita. Il regista polacco Damian Kosowski nel suo Zanim Zasne (By the time I fall asleep) ha affrontato il dramma della malattia dagli occhi di una figlia che aiuta la madre negli ultimi momenti della sua vita. Quarto cortometraggio in concorso il documentario Aida, dell’autrice libanese Hanane Abi Khalil, nel quale la protagonista omonima, reduce da un passato difficile a causa dei drammi affrontati durante la guerra civile, decide improvvisamente di sposarsi celebrando la vita anziché la morte.

Il corto successivo è stato Europa (Europe), di Lucas del Fresno, con protagonista un lavoratore straniero in Svizzera incaricato di portare una mucca di nome Europa al macello: la notizia di un tragedia familiare ricevuta durante il percorso vedrà unirsi la sofferenza umana a quella dell’animale. La regista macedone Ana Andonova ha infine presentato il cortometraggio Malechka (Little One): la storia di una bambina, Keti, cresciuta in un contesto familiare particolarmente severo al quale cerca di ribellarsi in un inno all’indipendenza femminile e al rifiuto della società patriarcale.