A Venezia tornano a scaldarsi i proiettori. La Mostra internazionale d’arte cinematografica ha reso Venezia uno dei templi della settima arte e così la Serenissima diventa luogo naturale per omaggiare (non solo in clima di Biennale) il cinema e i suoi autori. Ne è un perfetto esempio il Ca’ Foscari Short Film Festival, iniziativa dell’ateneo veneziano dedicata a cortometraggi provenienti da tutto il mondo.

La nona edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università è stata presentata nella sede centrale dell’Università Ca’ Foscari Venezia dal direttore artistico e organizzativo Roberta Novielli, con Flavio Gregori, prorettore alle Attività Culturali Università Ca’ Foscari; Giovanni Dell’Olivo, Direttore Fondazione di Venezia; Roberto Calabretto, presidente del comitato scientifico della Fondazione Ugo e Olga Levi; Giovanni Andrea Martini, presidente della municipalità di Venezia  Murano Burano; Carlo Montanaro, direttore della Fabbrica del vedere; Marco Biscione, Direttore M9 - Museo del Novecento.

La nona edizione dello Short, avrà luogo dal 20 al 23 marzo presso l’Auditorium Santa Margherita, nell’omonimo campo veneziano che è fulcro della vita universitaria, un’appropriata cornice per un appuntamento con il cinema unico nel suo genere in quanto interamente organizzato con la collaborazione di un team di studenti volontari (oltre 200). Questa caratteristica rende il Ca’ Foscari Short Film Festival il primo festival europeo ad essere interamente concepito e gestito all’interno di un contesto accademico. Ad illustrare il manifesto del festival, un artista d’eccezione che torna a collaborare con lo Short per il terzo anno, Giorgio Carpinteri.

Per quanto riguarda il programma principale, 30 sono i cortometraggi del Concorso Internazionale, scelti da un totale di oltre 3400 lavori provenienti da 114 paesi diversi. Le opere selezionate rappresentano 23 paesi e da queste emerge un tema comune, eletto a protagonista di questa nona edizione: l’immigrazione, uno dei più caldi della nostra contemporaneità. “Molti film in concorso parlano di questo tema in modo particolarmente diretto” spiega Roberta Novielli.

Al centro dell’attenzione è il punto di vista dei giovani: “Loro sono favorevoli all’integrazione” osserva Roberta Novielli commentando il contenuto di alcuni corti. I registi affrontano questo tema con accenti diversi in opere che spaziano generi e luoghi. Il corto spagnolo Clandestine si distingue per la sua durezza, raccontando il punto di vista di uno scafista e la sofferenza di un carnefice; Rosso, uno di tre corti italiani in concorso, parla di un pescatore che ritrova il cadavere di un migrante in mare; Raheel racconta il viaggio di una donna afghana alla ricerca del marito in terra iraniana; il corto polacco People Talk affronta invece il tema della xenofobia osservato nel contesto dell’infanzia; non mancano infine opere di genere, come il thriller cinese The Intruder, oppure di animazione come Stuck in the Middle, corto francese con protagonista un misterioso autostoppista.

Il programma del festival è arricchito con da una serie di masterclass dedicate alle varie sfaccettature di quest’arte. Ospite d’onore di quest’anno è il regista Patrice Leconte, uno degli autori francesi più importanti degli ultimi decenni che presenterà al pubblico dell’Auditorium la sua poetica autoriale commentando alcuni dei suoi lavori più celebri (tra questi Ridicule, La ragazza sul ponte, L’uomo del treno). Tra le presenze di spicco di questa edizione anche Leonardo Carrano, noto esponente di un tipo di cinema d’animazione sperimentale che racconterà in una speciale masterclass; sarà poi presente Maaria Sayed, astro nascente del cinema indiano, con due cortometraggi dedicati alla figura della donna nel problematico contesto della società indiana.

Assegnerà il Grand Prix e la Menzione speciale Volumina una giuria internazionale. Questa è composta da Teresa Cavina, programmatrice del Festival di Locarno e co-fondatrice del Festival di Roma, nota per aver supervisionato l’Abu Dhabi Film Festival che oggi è considerato il maggior evento cinematografico dei paesi arabi; Ayat Najafi, drammaturgo e regista iraniano, autore di corti e documentari esposti con grande successo a festival internazionali, tra i quali la Berlinale in cui è stato più volte premiato; Ülo Pikkov, produttore, regista e docente universitario dall’Estonia, internazionalmente conosciuto per i suoi lavori sperimentali d’animazione in stop-motion. Alla miglior colonna sonora va il Premio Levi, mentre all’importante tema della multietnicità è assegnato un premio speciale “Pateh Sabally”, entrambi consegnati da giurie specifiche.

Tra i concorsi collaterali, è presente quello dedicato al mondo dei videoclip musicali, Music Video Competition, giunto alla terza edizione. Al sesto anno è invece il Premio “Olga Brunner Levi”, rivolto a studenti liceali invitati a produrre video sul tema della donna nella musica. Novità di quest’anno è invece I creativi del futuro, categoria rivolta agli studenti di cinema di tutto il mondo e dedicata allo spot pubblicitario.

Un festival all’insegna del cortometraggio in ogni sua forma dunque, ma non solo. Non mancano altri appuntamenti con esperti del settore e storici del cinema, ma anche proiezioni dedicate a studenti di cinema, comprese quelle prodotte dal Master in Fine arts in filmaking della Ca’ Foscari Challenge School, coordinato da Roberta Novielli. Cinque opere proposte provengono invece dalla scuola di cinema di Babelsberg, istituto tedesco noto per il suo celebre dipartimento di animazione. Anche quest’anno non mancheranno ospiti fissi dello Short, tra i quali Elisabetta Di Sopra che coordinerà un appuntamento intitolato Lo sguardo sospeso, dedicato alla video-arte. Carlo Montanaro condurrà alla scoperta del cinema delle origini. “Per andare avanti bisogna tornare indietro, conoscere il passato” sottolinea Montanaro, presidente dell’Associazione culturale Archivio Carlo Montanaro che parteciperà al festival con la sua lezione C’era una volta il 3D, dedicata alla figura di Wladyslaw Starewicz pioniere del cinema d’animazione. Importante infine la rassegna East Asia Now, secondo anno per un appuntamento che, spiega Novielli, “Ci mostra alcune delle ultimissime tendenze cinematografiche da vari paesi asiatici. Questi registi dell’estremo oriente sono molto partecipi, ci tengono a mandarci i propri film”.