"La comicità? E' semplicemente un grado diverso del dramma: basta che in una situazione di tensione qualcuno inciampi e cada a terra per far ridere chi guarda". Bruno Dumont torna al Festival di Cannes due anni dopo aver presentato alla Quinzaine la sorprendente miniserie tv P’tit Quinquin: la strada intrapresa allora, quella della commedia a tratti demenziale e surreale, accompagna anche il suo ultimo lavoro, Ma Loute, titolo che gli vale il concorso della selezione ufficiale (dal quale mancava da dieci anni, con Flandres, quando vinse il Gran Premio della Giuria, mentre nel 2011 portò Hors Satan in Un Certain Regard).

Siamo nell'estate del 1910, nella baia di Slack nella Francia del Nord. Alcune misteriose sparizioni stanno sconvolgendo la regione mentre l'improbabile ispettore Machin e il suo assistente, il sagace Malfoy, conducono maldestramente le indagini. I due si ritroveranno loro malgrado nel mezzo di una bizzarra storia d'amore tra Ma Loute, figlio maggiore di una famiglia di pescatori dalle abitudini particolari, e Billie Van Peteghem, giovane discendente di una famiglia di ricchi borghesi decaduti.

Valeria Bruni Tedeschi, Fabrice Luchini e Juliette Binoche - Foto Pietro Coccia

Interpretati, questi ultimi, da Fabrice Luchini e Valeria Bruni Tedeschi, coniugi nel film, e Juliette Binoche, sorella del primo: "Tutto sommato questo è un film di pazzi, un poliziesco, una storia d'amore, un racconto crudele e allo stesso tempo meraviglioso", dice ancora il regista, che sull'ambientazione spiega: "Mi sono ispirato a molte vecchie fotografie di quel periodo, anche se il cinema molto spesso è influenzato dalla pittura. Con il digitale, però, si rischia ormai di finire sempre più nell'iperrealismo, cosa rischiosa quando si ha a che fare con film in costume come questo". Costumi che i tre celebri attori sopra citati sono stati costretti ad indossare, molto spesso andando (volutamente) ben al di sopra delle canoniche righe: "In teatro forse no, ma al cinema il regista è il padrone - dice Fabrice Luchini -. Qui ci si fida totalmente del caposquadra. Io mi sono limitato a caricaturizzare un personaggio cercando però di fargli mantenere un certo grado di realismo e credibilità". Al contrario del personaggio interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, sempre tremendamente controllato: "E' una donna chiusa in se stessa, estremamente misurata. Ho dovuto lavorare di sottrazione per evitare di esprimere anche fisicamente gli impulsi di desiderio e aggressività. Ma essere attori vuol dire proprio questo: cercare luoghi di noi stessi che prima non conoscevamo".