Jason Bourne è morto. Dall'America - dove si è svolto il junket per l'imminente uscita di Green Zone, nuova avvincente collaborazione tra Paul Greengrass e Matt Damon (il film, un action sulla guerra in Iraq, da noi uscirà il 9 aprile con Medusa) - viene gettata la pietra tombale sulla saga dell'agente segreto smemorato. Ai giornalisti intervenuti Greengrass e Damon hanno dichiarato che il fortunato franchise tratto dalle spy-story di Ludlum è finito con The Bourne Ultimatum. "La gente sarebbe stufa di sentirmi dire nuovamente «non mi ricordo»", ha dichiarato Damon, il quale non ha escluso però la possibilità che la saga ricominci con un altro attore e un nuovo regista. Perché Greengrass di sicuro non ci sarà: "Il franchise avrebbe bisogo di ripartire da zero, non di continuare - ha commentato il regista -. Io ho dato tutto quello che potevo nei due film precedenti (The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum, ndr), ma è tempo di cambiare, per Bourne e per me". Facendo cosa? "Una commedia romantica, ad esempio", è la risposta spiazzante del regista inglese. Ma Damon rivela: "Faremo un altro film insieme, incentrato sulla crisi economica". Che rasserenerà un pochino i fan. Perché se Bourne è morto, il sodalizio tra i due - vedere Green Zone per credere - è più vivo che mai.