“I magnifici set” è l’appuntamento di Castiglione Cinema 2020 – RdC incontra dedicato a “I borghi più belli d’Italia”, rete che raccoglie 311 paesi per valorizzarne la cultura e incrementare lo sviluppo sociale e turistico. E non poteva che essere Castiglione del Lago, il primo borgo a entrare nell’associazione, ad ospitare questo incontro, moderato da Gianluca Arnone, direttore artistico del festival.

A introdurre il talk c’è proprio il sindaco del luogo che fa da scenario alla rassegna, Matteo Burico: “Ci è stato rubato tanto tempo. Ora dobbiamo rimettere le persone in sicurezza: la cultura deve essere il motore della ripartenza. Nell’immediato ci stiamo preparando a un turismo di prossimità: noi siamo pronti, non bastano le bellezze naturali e i monumenti ma ci vogliono investimenti. Noi ci siamo, dobbiamo essere ottimisti”.

Ambra Angiolini e Terence Hill, ospiti speciali della prima giornata di Castiglione Cinema, sono rimasti molto colpiti dal borgo umbro. I testimonial sono fondamentali per far riattivare interesse attorno ai borghi: ma le opportunità per i piccoli centri non possono limitarsi ai testimonial.

“Ci si deve attrezzare con la prudenza, la voglia imprenditoriale, la voglia di accogliere persone” spiega Burico. “Le regole d’ingaggio sono cambiate in pochissimi mesi. Si può fare tutto in sicurezza. Per la promozione essere nel circuito dei Borghi più belli d’Italia è un’occasione da non perdere insieme a tutte le altre perle del nostro Paese”.

Matteo Burico, sindaco di Castiglione del Lago (ph. Karen Di Paola)

Fiorello Primi è il presidente del circuito dei Borghi più belli d’Italia. “Dopo vent’anni ci si accorge che in Italia esistono i borghi. Al ministro Franceschini ho detto che se ne parla molto ma si fa poco per valorizzare la rete dei borghi. Sembra che nel mondo non si stia aspettando altro. Sono 311 attualmente ma ce ne sono un centinaio in lista d’attesa. Il sistema turistico italiano deve capire che se si vuole rilanciare un nuovo modello di turismo bisogna puntare su un modello di prossimità, un progetto nazionale per mettere in sicurezza tutto il sistema dei beni culturali per renderli fruibili dai punti di vista idrogeologici e delle barriere architettoniche”.

Per entrare nell’associazione non basta essere belli o avere una storia “Il sistema è complesso. Entrare è difficile, uscire è facile. Settantadue i parametri: l’estetica c’è ma ci sono i servizi per i residenti e per i turisti. Bisogna investire sulla qualità della vita dei residenti. Non è nata per fare turismo ma per attivare una serie di azioni per la qualità della vita di chi vive il borgo, creando soprattutto nuove occasioni di lavoro per fronteggiare il problema dello spopolamento. I giovani oggi devono per forza andarsene perché non c’è lavoro: dobbiamo dare la scelta”.

E continua: “È importante portare tutto ciò che è spettacolo nei borghi per creare indotto, avere ritorno di immagine che nessuno strumento può dare allo stesso modo. Al cinema questi luoghi restano impressi nella memoria. I borghi possono diventare location: se noi perdiamo le caratteristiche fondamentali che risiedono nei piccoli centri italiani, l’Italia è morta. L’Italia è fatta di piccoli centri che sono custodi di tradizioni diverse e locali. Ogni comunità ha il dover di far godere agli altri di un patrimonio diffuso”.

Sono due i comuni che quest’anno rappresentano gli esempi virtuosi nel rapporto tra i borghi e il cinema. New entry, Vitorchiano, borgo montano del viterbese. “Siamo entrati lo scorso anno, facendo molta fatica per ottenere la certificazione – spiega il sindaco Ruggero Grassotti – ma eravamo molto convinti: abbiamo capito l’importanza di entrare in un circuito qualificato per guadagnare una nuova identità. La risposta è stata grande, per quanto ci aspettavamo che questa stagione potesse essere determinante. Il nostro turismo è sempre stato di prossimità, fatto di gente che raggiungeva la Tuscia. Anche la partecipazione alla trasmissione Il borgo dei borghi ci ha dato grande visibilità”.

Vitorchiano (ph. Francesco Tonetti)

“Essere entrati nella rete dei Borghi è stato rivoluzionario” rivela il sindaco di Castel San Pietro Romano, Gianpaolo Nardi. “Ci ha dato visibilità e indotto come mai prima. Appena cinque anni fa i ristoranti e i negozi di vicinato faticavano e paventano la chiusura: a distanza di due anni dall’ingresso nel circuito hanno aperto molti esercizi. Le presenze sono cresciute, i ristoranti hanno raddoppiato i coperti, i residenti hanno riscoperto l’orgoglio cittadino, siamo arrivato al 70% di raccolta differenziata (eravamo al 3% sei anni fa)”.

La narrazione dei luoghi si intreccia con la narrazione della memoria: un cortocircuito che lavora in profondità nell’immaginario. “Il sindaco dell’immediato dopoguerra, Adolfo Porry Pastorel, aveva inventato il fototogiornalismo” continua Bianchi. “Dopo la guerra arrivò a Castel San Pietro Romano perché aveva bisogno di un rifugio dopo delusioni e lutti. Era amico di Luigi Comencini, che cercava un paese ‘scassato’ per un film: così chiuse un accordo con il cinema, e per quel film, Pane, amore e fantasia, impose gli abitanti del paese come comparse. Gli abitanti spesero il gettone per rilanciare il paese, che era rimasto senza servizi essenziali. E così rinacque Castel San Pietro Romano. Sono stati girati poi Tuppe tuppe marescià, La nipote Sabella, I due marescialli, Il federale. Dopo sessantacinque anni siamo riusciti a conferire la cittadinanza onoraria a Gina Lollobrigida, la Bersagliera del film di Comencini: una settimana dopo non riuscivamo più a gestire il traffico per la gente accorsa dopo la notizia. Nel 2018 abbiamo fatto da location a Il cattivo poeta su Gabriele D’Annunzio, nelle sale da novembre”.

Castel San Pietro Romano

Anche Vitorchiano è stata celebre set, come illustra il sindaco Grassotti: “Monicelli diceva che la Tuscia ha mantenuto gli stessi paesaggi di mille anni fa. Scelse di girare L’armata Brancaleone per dare una nuova lettura del Medioevo, giocosa, trovando in Vitorchiano la location ideale per il momento in cui il protagonista si ritrova in un paese devastato dalla peste. Divertentissimo anche Il prode Anselmo e il suo scudiero. Le comunità hanno bisogno di elementi in cui riconoscersi: Brancaleone ci ha dato coesione, identità, arte che produce ricchezza stratificata”.

Tutti gli amanti dei borghi possono leggere Borghi Magazine, la rivista diretta da Claudio Bacilieri. “Una rivista nata all’insegna del cinema: il primo numero fu presentato alla Mostra di Venezia con un percorso su cinque borghi che furono set di film famosi. È una delle poche riviste tradotte in inglese ed è diffusa in alcune grandi città europee: i borghi italiani sono un unicum che suscitano interesse non solo nel nostro Paese. Il 36% dei visitatori dei borghi viene dall’estero e molti stranieri comprano casa”.

Infine, per conferire al tema una dimensione imprenditoriale, Oscar di Montigny, presidente e fondatore di BYE: “BYE è una start-up innovativa a vocazione sociale che vuole creare un impatto sul benessere del pianeta per evolvere lungo tre direttrici: innovazione, sostenibilità, ripensamento di stili di vita che mettano al centro l’essere umano. Ho visto spopolarsi la mia azienda (a suo modo un borgo) in questo momento tanto inaspettato quanto importante: è il momento per ripensarci sulla nostra identità individuale e organizzativa. Il turismo va ripensato completamente, specialmente nel nostro Paese che detiene almeno il 60% delle bellezze mondiali: il nostro Paese non è stato capace di fare tesoro di una ricchezza infinita. Che facciamo di tutte le persone che resteranno a casa? Dobbiamo coniugare lavoro e turismo, convertire l’offerta, aprire finestre in posti belli. È una provocazione? È un progetto che contiene un sistema sociale, civile, ammnistrativo, politico, educativo”.