Mentre le banche d'affari crollano, l'economia recede e la crescita è zero, l'industria mondiale dell' dell'Entertainment & Media (E&M), soprattutto per quanto riguarda la voce "contenuti digitali", sta sperimentando un clamoroso boom. E' quello che emerge dal terzo rapporto dedicato al settore, realizzato da Confindustria servizi innovativi e tecnologici in partnership con il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie e con la collaborazione scientifica di NetConsulting. Più 6,4% annuo per l'intero comparto (e un mercato che in tre anni sarà irrigato da 2 mila miliardi di dollari), più 18,3% per Internet, vero e proprio settore-traino con una torta che dovrebbe lievitare a 73 miliardi di dollari nel 2011. Illuminante il dato che riguarda la pubblicità, cresciuta del 47,5% dal 2006 al 2007 (l'investimento in advertising dell'anno scorso è stato di 894,7 milioni di euro), con particolare riferimento a quella sul web la cui quota di mercato dovrebbe attestarsi nei prossimi anni al 14%. Del 21% cresce in assoluto il valore del mercato dell'e-content che nello stesso anno raggiunge i 5,157 miliardi di euro pari al 20% dei ricavi complessivi dei settori che compongono il Sic, sistema integrato delle comunicazioni. Gli ultimi due anni, e il 2007 in modo particolare - registra la ricerca promossa da Confindustria - sono stati caratterizzati da un forte fermento nel mondo della digitalizzazione dei contenuti e da una progressiva transizione dei consumatori da un ruolo passivo, che per anni ha caratterizzato il mercato dell'entertainment, ad un ruolo attivo, capace di guidare l'offerta verso lo sviluppo di nuovi servizi e di nuovi contenuti e indirizzare le linee evolutive del mercato. E' cresciuto il tempo dedicato al web da parte degli utenti: nel 2007 le ore trascorse su Internet sono aumentate di circa il 20%, arrivando a superare le 5 ore la settimana e quasi 22 ore al mese a utente". Nel mercato digitale sta investendo tempo e risorse la Fondazione Ente dello Spettacolo che nel 1984 ha creato il portale di cinema www.cinematografo.it, prima agenzia stampa di solo cinema e on-line, contenente una banca dati che consta di circa 50.000 schede. Il portale è un esempio di come possa essere sviluppata una proficua interoperabilità tra piattaforme elettroniche. Alcuni tra i più importanti portali italiani (Sole 24 Ore, Wind, Libero.it, Micrsoft-msn, Yahoo) usufruiscono oggi dei servizi editoriali sul cinema elaborati dalla struttura di documentazione cinematografica della Fondazione. La struttura dell'Ente destina poi il 7% del proprio budget in ITC, col risultato di avere creato standard universali e facilmente esportabili. "La standardizzazione tecnologica ha permesso l'interoperabilità tra le diverse realtà del web, - dice Dario E. Viganò, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo - con una moltiplicazione dei contenuti digitali a fare da sostrato per quella nuova costruzione del sapere ribattezzata snack culture. In questo contesto l'impegno dell'Amministrazione Pubblica e delle strutture educative dovrà essere rivolto ad acquisire capacità di orientamento all'interno dei molteplici contenuti digitali". L'osservazione di Viganò sposta la discussione dal mero terreno economico a quello etico. Il punto è: tutto quello che è tecnologicamente possibile è eticamente buono? Una questione che investe da un lato il progetto della nuova scuola, che non può prescindere dalla novità della globalizzazione culturale in atto, e dall'altro tutti noi, sempre più immersi nell'universo dei nuovi mezzi telematici e multimediali.