"Gli ingredienti per essere felici? Amore, sesso e cibo. Il potere, la carriera e i soldi possono mettere in ombra tutto ciò che conta davvero nella vita. E l'ingrediente segreto, per riuscire a conciliare gli impegni di lavoro e di madre, è avere un buon marito. Per fortuna io ce l'ho, da 31 anni (lo scultore Don Gummer, ndr)". E' il giorno di Meryl Streep, al Festival di Roma, dove questa sera incontrerà il pubblico nei tradizionali appuntamenti organizzati da L'Altro Cinema/Extra e domani riceverà il Marc'Aurelio d'Oro alla Carriera, riconoscimento assegnato nelle edizioni precedenti a Sean Connery, Sophia Loren e Al Pacino. Il film che la accompagna (oltre ai 14 titoli della retrospettiva in suo onore), e che domani chiuderà il Festival, è Julie & Julia di Nora Ephron (nelle sale sempre da domani, 23 ottobre, con Sony), tratto dal romanzo omonimo di Julie Powell e da "My life in France" di Julia Child, incentrato sulla mitica figura di quest'ultima, autrice insieme a Louise Bertholle e Simone Beck di "Mastering the Art of French Cooking", pubblicato da Knopf nel 1961 e rieditato 49 volte, opera contenente 524 ricette per permettere "agli americani senza servitù" di scoprire il fascino e il gusto della cucina francese.
"Interpretare Julia Child è stato come rendere omaggio a mia madre - racconta Meryl Streep - anche lei vissuta in quegli anni e con la stessa gioia di vivere, con la stessa capacità di entrare in una stanza e illuminarla e sempre circondata da tante persone: poter portare sullo schermo un personaggio così, che sceglie di guardare sempre alle cose belle della vita, è stata una grande opportunità". La figura e la vita di Julia Child, personaggio entrato anche nelle case dei telespettatori americani con "The French Chef" (programma di cucina poi parodiato da un grandissimo Dan Aykroyd al Saturday Night Live, sketch riproposto anche nel film della Ephron), rivivono sullo schermo grazie alla folle impresa tentata, nel 2002, da Julie Powell (Amy Adams nel film), trentenne insoddisfatta che decide di trascorrere un intero anno a cucinare tutte le 524 ricette della Child e riportare su un blog appositamente creato ogni minimo dettaglio di questa esperienza. "Non ho mai conosciuto Julia Child, dice ancora la Streep - però ho avuto una serie di scambi epistolari con lei verso la fine degli anni '80, quando ero molto attiva nel movimento "Slow Food" e insieme ad altre persone fondammo il gruppo "Mothers and Others": all'inizio un po' scorbutica, la Child non ci ha dato alcun sostegno. Solo più avanti ha dimostrato di apprezzare quello che stavamo facendo".
60 anni, metà dei quali spesi sui set di film memorabili, 15 volte nominata all'Oscar, 2 volte premiata (Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie), Meryl Streep confessa di aver "invidiato Jessica Lange quando ha interpretato Patsy Cline in Sweet Dreams", smentisce le chiacchiere in merito ad un presunto odio della Loren nei suoi confronti derivante dal fatto di averle "soffiato" la parte per I ponti di Madison County, ammette di essere "stata viziata nel corso della carriera, perché ho lavorato con tutti i più grandi registi, compresa Nora Ephron. Il mio preferito? Nessuno, come non ho un colore preferito, o un cibo preferito..." e rivela che, seppur non in modo ufficiale, il salto da attrice a regista l'ha già fatto parecchie volte: "Alcuni dei cineasti con cui ho lavorato dicono che l'ho già fatto - dice ridendo la Streep - o, quanto meno, che ci ho provato in molte occasioni. Sono una vera rompiscatole, lo riconosco, e i grandi registi alla fine mi hanno permesso spesso e volentieri di collaborare con loro".  Tra questi, chi ancora manca all'appello è Martin Scorsese: "Mi piacerebbe pensare che un giorno avesse interesse a raccontare un personaggio femminile - conclude l'attrice - chissà se vivrò abbastanza...".