Inutile cercare un fil rouge tematico al concorso della Berlinale di quest’anno. Lo spettro delle pellicole in corsa per l’Orso è stato ampio.

I temi visti sono stati quelli del coraggio civile, la ricerca religiosa, la vita quotidiana del proletariato contemporaneo, la dignità delle donne in una società misogina, la tragedia dei migranti.

Alla premiazione di sabato sera il regista americano Wes Anderson ha ricevuto l’Orso d’Argento della giuria per la regia. Il suo film d’animazione L'isola dei cani ha inaugurato il festival e ha ricevuto un’ottima accoglienza di critica e pubblico. In sua assenza è stato Bill Murray a prendere il premio per lui.

Il Gran Premio della Giuria è andato al bel Twarz della cineasta polacca Malgorzata Szumowska. Quello al miglior attore è andato invece al protagonista di un altro film che parla di religione, Anthony Bajon. La sua interpretazione di un ragazzo che lascia la droga e trova Dio in La prière di Cédric Kahn ha lasciato un segno.

La scelta della giuria per l’Orso d’Oro invece ha spiazzato tutti. Il miglior film della  68. Berlinale  è la pellicola sperimentale  dell’artista rumena Adina Pintilie, Touch me Not,  una ricerca sulla sessualità parzialmente in forma di documentario, difficile e profonda. L’intimità come dimensione psichica di fronte alle difficoltà e sfide rappresentate da gravi impedimenti di carattere psichico o fisico. Il film ha avuto un'accoglienza assai controversa, cosa rara a Berlino. Di fatto molte persone tra il pubblico, ma anche giornalisti, hanno lasciato la sale per le scene di sesso freddamente esplicito.

Adina Pintilie - Foto Pietro Coccia

Il presidente della giuria Tom Tykwer ha motivato così il premio: "Vogliamo premiare non solo quello che il cinema è, ma anche  quello che sarà".

L’Orso alla migliore attrice, meritatissimo, è andato ad Ana Brun protagonista del paraguaiano La Herederas di Marcelo Martinessi. L’attrice si augura "che il film contribuisca a dare un impulso al cambiamento sociale del mio paese. Oggi le donne in Paraguay non contano nulla, sono relegate ai margini della società. Siamo ridondanti. Questo film ci restituisce volti, voci e dignità".

Il film ha vinto anche l’ Alfred-Bauer-Preis  e il prestigioso Fipresci-Preis dell’associazione internazionale della critica cinematografica. Due premi sono andati al poetico film In The Aisles con l’astro nascente del cinema tedesco Franz Rogowski e Sandra Hüller , premiati entrambi. A loro il premio della giuria ecumenica e del Gilde Deutscher Filmtheater. Thomas Stuber, il regista, era uno dei favoriti per l’oro.