A detta dei curatori della personale a lei dedicata dal Bergamo Film Meeting, Claire Denis è la migliore regista donna attualmente in attività. E la conversazione di cui è stata protagonista è partita proprio dall'opportunità o meno di definire un cinema al femminile: "Io stessa mi chiedo se nei miei film ci sia il mio animo femminile, penso però che la mia opera sia piuttosto espressione della mia soggettività completa, anche se in qualche modo mi piace nascondermi dentro i film che faccio". Di Claire Denis sono stati proiettati tutti i lungometraggi, dall'esordio Chocolat datato 1988, passando per Nénette e Boni, probabilmente il suo maggior successo di pubblico e di critica (nel 1996 vinse il Pardo d'oro a Locarno), fino all'ultimo film, 35 Rhums, presentato a Venezia. Tutti lavori da cui traspare un legame forte, diretto e senza retorica, con la realtà. Ma qual è il punto di partenza per raggiungere un'attenzione così precisa nei confronti dei suoi personaggi, "positivi" o "negativi" che siano? L'autrice spiega il suo metodo partendo sorprendentemente da un suo problema fisico, l'asma, di cui è affetta sin da bambina: "Dipende tutto dall'asma che modifica qualcosa nella vita di ogni individuo che ne è affetto, perché porta al rallentamento del ritmo della vita. Il tempo più lento consente così di prestare maggior attenzione ai dettagli".
In prossimità della conclusione, il Bergamo Film Meeting offrirà ancora alcuni fra i momenti più attesi, soprattutto dai giovani. Questa notte la Fantamaratona, con Il dottor Cyclops di Ernest B. Schoedsack e Gli orrori del museo nero. Domani e domenica due "midnight movie" come La bambola del diavolo di Tod Browning e L'esperimento del dottor K. con Vincent Price. Tutti incentrati sull'archetipo dello scienziato pazzo.