Sei settimane di lavorazione per portare al cinema una ricerca meticolosa, avvincente e sorprendente durata sei anni. Quelli impiegati da Paolo Benvenuti e i suoi allievi della scuola di cinema Intolerance per scoprire un mistero centenario sulla figura del grande compositore toscano Giacomo Puccini: Puccini e la fanciulla, prodotto in collaborazione con la Fondazione Festival Pucciniano e la Mediateca Toscana Film Commission, è in cartellone fuori concorso alla 65esima Mostra di Venezia, preceduto dal filmato inedito Un giorno con Puccini - Torre del Lago, 1915, ritrovato dallo stesso regista toscano in due scatole di biscotti.
"A spingermi a indagare - dice Benevenuti - sul suicidio della cameriera della famiglia Puccini, da sempre ritenuta l'amante del Maestro, è stata un'intuizione sul legame tra arte e vita: i personaggi femminili dei libretti assomigliavano alle donne frequentate dal musicista nella sua vita. Volevamo provare l'esattezza della nostra ipotesi: la Minnie de La Fanciulla del West non era ispirata alla cameriera Doria Manfredi, ma alla cugina di lei, Giulia, una ragazza bella, forte, indipendente, locandiera e cacciatrice a Torre de Lago: era lei l'amante di Puccini".
Rocambolesca la dimostrazione: "Abbiamo saputo che nel 1923 Giulia aveva fatto un figlio, abbandonato a Pisa. L'ho trovato all'anagrafe: Antonio Manfredi, morto nel 1988. Sono riuscito a contattare la figlia Nadia: "Sa che potrebbe essere la nipote di Giacomo Puccini?", deve avermi preso per matto. In foto, Manfredi aveva una somiglianza impressionante con Puccini, come pure il nipotino di Nadia... Poi è spuntata fuori una vecchia valigia dimenticata in cantina: dentro, pacchi di lettere, anche legali, sull'affaire Puccini-Giulia Manfredi, suicidatasi per le accuse infamanti della moglie del musicista, Elvira, che non aveva capito Doria era solo un'intermediaria tra la cugina e il marito".
Questa, in estrema sintesi, la storia di quello che Benvenuti, l'ultima volta al Lido nel 2003 con Segreti di Stato, definisce "il mio film migliore, grazie al contributo fondamentale di mia moglie Paola Baroni, sceneggiatrice e curatrice delle musiche, tratte dallo spartito per pianoforte de La Fanciulla del West, che si fondono alla perfezioni con l'habitat sonoro del lago di Massaciuccoli".