Una sceneggiatrice televisiva schiva e selettiva nei rapporti interpersonali. Ma infuocata da un'unica, grande passione musicale: Ludwig van Beethoven. E' la protagonista di Musikanten, nuovo film di Franco Battiato, al suo secondo lavoro di regia dopo l'esordio nel 2003 con PerdutoAmor. "Faremo il possibile per accelerare i tempi e presentarlo al festival di Venezia" rivela il produttore Francesco Cattini. Si tratta di un film biografico che mette in scena gli ultimi tre-quattro anni di vita del genio tedesco, ma in un modo del tutto singolare, sospeso tra presente e passato. Nel film "si parte dal presente, dalla storia della protagonista, una donna dal carattere difficile, completamente assorbita dal suo lavoro, e ossessionata dalla musica e dalla figura di Beethoven - spiega Cattini -. Tale è il trasporto con cui lo ascolta che, attraverso un processo ipnotico, la donna si ritrova a vivere nella sua epoca, nel 1826. Battiato ha voluto rappresentare questo processo di incoscienza, senza cadere nella banalità di una semplice biografia in costume del musicista". Dopo il viaggio nel passato realizzato con la complicità di uno sciamano, si torna alla vita contemporanea dove il cerchio si chiude. Interpreti del film, scritto dal cantautore siciliano insieme al filosofo Manlio Sgalambro, sono Sonia Bergamasco, Alejandro Jodorowsky nei panni di Beethoven, Fabrizio Gifuni, con alcuni speciali camei tra quali quelli di Michela Cescon, Chiara Muti (figlia del celebre direttore d'orchestra) e Lucia Sardo (presente anche in PerdutoAmor). Le riprese del film, iniziate in questi giorni a Roma, saranno girate in vari posti in Italia e all'estero. Monza, la Svizzera e Varese le destinazioni dei prossimi set. Poi il 26 ci si sposterà a Siena per la scena clou, la prima esecuzione della celeberrima Nona sinfonia. Il tutto sarà pronto dopo l'estate, per uscire nelle sale tra settembre e ottobre. Musikanten sarà particolare anche a livello tecnico, come spiega il produttore: "Oltre alle cineprese tradizionali, stiamo utilizzando delle piccole telecamere digitali in modo da riprendere le stesse scene da diversi punti di vista. Ciò per conferire al lavoro una maggiore ricchezza di linguaggio".