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Il cinema di Pupi Avati: un nuovo libro e tre nuovi restauri in Piazza Maggiore a Bologna.
Pupi Avati è protagonista di un omaggio che gli dedica la Cineteca di Bologna con la pubblicazione del nuovo libro del critico Andrea Maioli Pupi
Avati. Sogni incubi visioni (Edizioni Cineteca di Bologna, pp. 368, € 20), nelle librerie dal 23 luglio.
Strutturato in ampi capitoli tematici, che ci accompagnano in andate e ritorni nel tempo avatiano, il libro Pupi Avati. Sogni incubi visioni
analizza anche il lavoro televisivo dell’autore, le sceneggiature scritte per altri registi e i progetti non (o non ancora) realizzati. Ogni capitolo è introdotto da uno scritto inedito dello stesso Pupi Avati.
E proprio da martedì 23 luglio, per tre sere consecutive, nell’ambito del cartellone di Sotto le stelle del cinema in Piazza Maggiore, Antonio e Pupi
Avati saliranno sul palco, sempre alle ore 21.45, per introdurre le proiezioni di tre nuovi restauri:
- Noi tre (martedì 23 luglio, restaurato da Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con DueA e Istituto Luce-Cinecittà presso il
laboratorio L’Immagine Ritrovata);
- Le strelle nel fosso (mercoledì 24 luglio, restaurato da Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con DueA, Istituto Luce-Cinecittà e
CSC-Cineteca Nazionale presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata);
- Magnificat (giovedì 25 luglio, restaurato da Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con DueA e ACEK presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata).
Dal risvolto di copertina di Pupi Avati. Sogni incubi visioni: Cinquant’anni di cinema e un nuovo film, Il Signor Diavolo, che nel 2019 riconduce Pupi Avati alle sue leggendarie origini gotiche e horror. Regista tra i più personali e di più longeva creatività nella storia del cinema italiano, Avati insieme al fratello Antonio e alla loro factory ha offerto un esempio unico, nel panorama nazionale, di indipendenza produttiva saldamente mantenuta negli anni. Gli esordi eroici e dannati di Balsamus e Thomas, in una Bologna anni Sessanta che per un attimo si crede Hollywood sul Reno. Il rapporto con la città, che s’interrompe di colpo per non interrompersi mai, nutrito di distanza, ricordi e fantasie. La genesi del cult La casa dalle finestre che ridono, che nel tempo farà di Avati un punto di riferimento dell’horror internazionale. L’amorosa e crudele esplorazione della memoria personale e antropologica, che s’accende magicamente in un piccolo capolavoro come Una gita scolastica e prosegue fino ai risultati più alti della maturità, Il papà di Giovanna e La seconda notte di nozze. La Storia rievocata con profondità visionaria in Magnificat. Il tempo presente e subito passato di Impiegati, di Regalo di Natale e della sua Rivincita. I titoli sconosciuti al grande pubblico, da riscoprire. E ancora il rapporto con la musica, prima vocazione e primo disincanto, che non abbandona mai il cinema di Avati, dall’epocale successo della serie televisiva Jazz Band ai film sulle figure seminali di Bix e del giovane Mozart di Noi tre…
Andrea Maioli, giornalista e critico cinematografico, è responsabile della redazione spettacoli e cultura del “Resto del Carlino”. Ha scritto libri sugli autori storici della cartellonistica cinematografica italiana e su Giulietta Masina. Ha scritto (e ancora scriverà) testi teatrali. Ha curato la mostra Pupi Avati. Parenti, amici e altri estranei (Bologna 2014).