Si chiama Mò vi mento, ma non si riferisce ai Cinque Stelle. Il titolo dell’opera prima di Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi è un semplice gioco di parole, che vuole sottolineare una realtà tipicamente italiana fatta di politici che dicono bugie. Và inteso quindi come: “Ora vi dico una menzogna”.

Protagonista di questa commedia è infatti un politico di nome Achille (Daniele Monterosi) che aspira a diventare il più giovane presidente del consiglio della storia a suon di bugie e soprattutto che punta a far uscire dall’euro l’Italia ritornando alla lira. Non a caso il sottotitolo del film è un altro doppio senso: Lira d’Achille.

“Non è un attacco al Movimento Cinque Stelle, giochiamo con tutta la politica dell’Italia di oggi. E’ una provocazione a tutto il sistema attuale e non si rivolge a un singolo partito”, precisa subito Francesco Gagliardi. E Stefania Capobianco aggiunge: “Alla base della politica odierna c’è la bugia. Noi abbiamo raccontato il nostro paese in modo leggero e ironico”.

Al centro di questo film non solo politici sopra le righe e cinesi sui generis, ma anche un matrimonio ripetutamente rimandato: quello tra Achille e la ricca Elena Guarranico (Enrica Guidi), erede di una multinazionale di preservativi. Il fatidico sì non viene mai pronunciato perché lei è ancora innamorata di un aspirante scrittore che si chiama Massimo (Giovanni Scifoni). Nel cast anche Andrea Roncato, nel ruolo del sindaco del paese campano, Benedetta Valanzano nella parte dell’amante di Achille e Deborah Rinaldi, che qui è una ragazza tutta sale e pepe estremamente ignorante e piuttosto ninfomane.

“Ho notato tantissimo interesse verso questo film. Anche se i fanatici del Movimento Cinque Stelle ci stanno dando pesantemente contro”, dice Benedetta Valanzano, sottolineando poi che il trailer del film, in uscita il 16 maggio distribuito da Europictures e Hum Distribution, ha raggiunto le 400mila visualizzazioni.

Di fatto quest’opera prima, girata in Campania tra Pompei, la Villa Guarracino di Torre Annunziata, il golfo di Napoli e il comune di Trecase, è già stato presentato al Napoli Film Festival.

Ed è anche diventata un libro. Dalla sceneggiatura, scritta dai due registi insieme a Francesco Scotto e Lorenzo De Luca, è stato infatti tratto un omonimo libro, disponibile nelle librerie dal mese scorso e edito da Armando Curcio Editore, che narra le vicende presenti all’interno di questa commedia.

“All’inizio credevo che fosse uno scherzo quando l’editore mi telefonò dicendomi che era rimasto colpito dal mio film e che voleva farne un libro”, racconta il regista.

Tanti infine i doppi sensi delle battute. “Abbiamo cercato di giocare con gli equivoci e con le parole cercando di suscitare un sorriso intelligente nello spettatore. Sotto ogni battuta ci sono molti non detti”, spiega Stefania Capobianco.

Certo, dal titolo alla somiglianza del protagonista con Di Maio i riferimenti ai Cinque Stelle non mancano. “Sì, è vero. Questo film però non ricalca la politica di adesso, ma di sempre”, conclude Andrea Roncato.