L'unione delle arti contro la crisi. Questa la ricetta cui si ispira l'iniziativa "Libro che spettacolo", promossa per il secondo anno dall'Agis per creare sinergie propulsive tra editoria, teatro, danza, musica e cinema. Da febbraio a maggio, i libri di vari autori verranno presentati in abbinamento a rappresentazioni dal vivo e proiezioni, in modo da coinvolgere il pubblico in un vero scambio multimediale con vantaggi anche economici rilevanti: un meccanismo di sconti incrociati, infatti, farà sì che gli spettatori possano acquistare i volumi a prezzo ridotto e viceversa, andando incontro alla fluidità di un pubblico sempre meno ghettizzato e ghettizzabile. Tra gli autori coinvolti Folco Quilici e Alberto Bevilaqua, che con i loro testi apriranno spettacoli teatrali, concerti e suite di danza. Rispetto all'anno scorso, gli eventi in programma non riguarderanno solo la capitale ma anche il Veneto, grazie al coinvolgimento dell'Agis locale e al supporto della Regione, che ha permesso di estendere una manifestazione dal respiro volutamente nazionale. "Speriamo di non dover aspettare altri 20 anni per coinvolgere tutte le regioni: vorremmo avere con noi lo Stato, col sostegno del Mnistero per i Beni e le attività culturali" - dichiara il Presidente dell'Agis Alberto Francesconi, lanciando un nuovo appello affinché l'arte e lo spettacolo non vengano messe in disparte a causa della crisi. "Nonostante la congiuntura negativa in Francia e in Germania gli investimenti in cultura sono aumentati, perché se ne comprendono le ricadute economico-sociali. Qui, invece, tutte le discipline dello spettacolo hanno enormi difficoltà a far sentire le proprie ragioni". Coinvolta nel progetto anche l'Agis Scuole, come sempre impegnata nell'utilizzare gli strumenti del cinema e dell'arte per riavvicinare i ragazzi alla cultura e alla parola scritta, per ricordargli – come ha sottolineato il Presidente Luciana della Fronace – che "esistono varie possibilità nel recepire storie ed emozioni" oltre quelle poche offerte dalla tv. "Libro che spettacolo" mira dunque a dare concretezza al mito dell'interdisciplinarità, che secondo il regista teatrale e cinematografico Maurizio Scaparro è l'unico modo per sfuggire alla crisi senza "piangersi addosso". "Basta chiamare in causa lo Stato: lui non capisce noi e noi non capiamo lui, siamo pari", ha dichiarato questo testimonial d'eccezione, ricordando che se le arti si unissero si potrebbe uscire dalle nicchie, rendendo evidente a tutti come le varie branche delle spettacolo siano solo "tende diverse di uno stesso accampamento" e come "il nemico comune sia il castello della stupidità".