Più che un sabato è stato un sabbah. Quello che si è svolto due sere fa al teatro Morlacchi di Perugia nell'ambito del Festival Batik diretto con caparbietà e passione da Alessandro Riccini Ricci è stato un vero è proprio evento di cui Dario Argento è stato il mattatore assoluto. Di fronte ad una nutritissima platea di giovani adoranti il regista romano (ma di origini perugine da parte di padre) ha dato il meglio di sé con una performance che ha strappato applausi a scena aperta. Timido e coinvolgente al tempo stesso, ha monopolizzato la scena raccontando in buona sostanza la trama dell'attesissimo film La terza madre, già proiettato a Toronto e fiore all'occhiello della prossima Festa del cinema romana. Chissà se saranno fischiate le orecchie agli organizzatori della kermesse capitolina così attenti a non divulgare nulla su quello che sarà uno dei film più attesi della manifestazione. Argento ha raccontato che la strega protagonista sarà nuda per tutta la lunghezza del film, "perché dovrebbe vestirsi una strega?", ha peraltro suggerito il regista. "La terza madre del film è la mater lacrimarun, una strega che vive nei sotterranei di Roma, ha un corpo perfetto (ecco perché...), naturalmente è cattiva ma mia figlia Asia, che nel film è una studiosa del restauro, riuscirà ad ucciderla". Ecco fatto, il film in due righe. D'altra parte anche La vita è meravigliosa era scritto su di un biglietto per gli auguri di Natale. Certo, non era un thriller, ma tanto fa. Argento ha poi raccontato un altro "dettaglio", una scena insomma. In cui una donna, nei pressi di Castel Sant'Angelo, solleva il proprio bimbo dalla carrozzina e lo scaraventa nel sottostante Tevere. "Non potete capire il divertimento, con tutta la gente che era nei paraggi del set e gridava perché credeva che fosse un bimbo vero e non una delle magnifiche creazioni di quel genio di Sergio Stivaletti!". Dario è fatto così, è un generoso, che si dà raramente al pubblico ma quando lo fa lo fa senza mezze misure. Quando gli è stato chiesto il perché del suo successo ha ammesso: "Non faccio film sulle cose che leggo sui giornali, e non giro commediole infarcite di sentimenti sugli adolescenti romani. Osservo la macchia scura che ho dentro di me, che tutti abbiamo, senza eccezioni. E questo anche se molti tentano di rimuoverla. Io, invece, cerco da sempre di raccontarla". Poi, siccome era la vigilia della Marcia per la pace, ha dato a tutti appuntamento ad Assisi: "Facciamo vedere a tutti quello che di bello sappiamo fare noi umbri, perché mio padre era umbro e tutta la sua famiglia era di Perugia, anch'io sono umbro come voi. Viva San Francesco!" e forse quella macchia scura ha cominciato a scolorirsi, appena un po'.