Come si diventa uomini, oggi, nell'immensa provincia argentina? Prova a spiegarlo la regista Celina Murga nel suo film in concorso a Berlino La Tercera Orilla.
Nicolás ha 17 anni, il più grande di tre figli, che la madre ha avuto con Jorge. Jorge è un medico rispettato, un po' gradasso e sempre in tensione. Avere un lavoro che con sé porta enormi responsabilità non gli basta. Nel tempo libero manda avanti la grande fattoria ereditata dal padre. Ma ancora non basta. Jorge mette su una seconda famiglia con un nuovo figlio, alla quale non fa mancare nulla. Perché condurre una vita così? Nicolás per molto tempo ha solo osservato la doppia vita del padre. Ma arriva il tempo delle domande. Jorge vuole partire per due settimane e vuole che a sostituirlo alla fattoria sia il figlio più grande. Intanto gli procura anche uno stage nella sua clinica affinché il ragazzo cominci a darsi da fare. Tanto diventerà medico anche lui. O no? A Nicolás all'inizio piacciono le nuove attenzioni del padre. I lunghi viaggi con il Pick-up, i discorsi tra uomini. Se non fosse che i bei discorsi padre figlio che funzionano tanto bene al cinema, diventano per Nicolás visite forzate nei bordelli e assistere all'uccisione di animali feriti.
Già in Una semana solos Celina Murga analizzava la società del suo paese dal punto di vista degli adolescenti. In La tercera orilla l'obiettivo si stringe su Nicolás e le tappe della sua pubertà in conflitto con gli stili di vita del padre.
Il debutto del giovane Alian Devetac è interessante. L'introversione che porta sullo schermo è quella naturale degli adolescenti, solo che sullo schermo passa un po' di tempo prima che il suo personaggio acquisti contorni. A Celina Murga riesce comunque una critica sottile di una società irrimediabilmente machista.