Essendo il mondo globalizzato caratterizzato dalla scarsa ricchezza di memoria, e paradossalmente di quella a breve termine, pochi ricordano ancora che nel 2001, nella florida e democratica Argentina, è scoppiato qualcosa che è assomigliato a una guerra civile. Scontri di piazza, manganellate, negozi saccheggiati, 19 morti e decine di feriti. Fosse successo a qualche decina di chilometri dall'Italia saremmo ancora a tremare, così, invece dobbiamo aspettare che un giovane filmmaker argentino (classe '72), di nome Alejo Hernan Taube ci trasporti con una certa pervicacia e fascino ai bordi del bubbone argentino, probabilmente ancora lontano dall'essere stato del tutto curato. Storia di ordinaria sopravvivenza, Una de dos, è dramma sociale e politico, è esposizione di povere anime di provincia che fanno i conti con la mancanza, materiale, di quel poco che già c'era. Protagonista della pellicola è Martin detto "il Biondo", giovane disoccupato che si lega a loschi spacciatori di denaro falso: tra una commissione sottobanco fallita e una bloccata all'improvviso, Martin si concede una passionale avventura con una bella e procace coetanea. Ma è la dignitosa disperazione che gira attorno e occupa i fondali di ogni minuto della pellicola, la vera realtà "attoriale" con la quale ci fa fare i conti Taube. Supermercati che chiudono o che non fanno più credito, cani randagi, erbacce alte, macchine scassate, il tutto accompagnato da una insistente, quanto melliflua voce off che aggiorna sugli scontri di piazza nella capitale Buenos Aires e nella sua periferia. I mezzi di comunicazione sono l'unica fonte di informazione per l'improvvisa e inspiegabile pauperizzazione del piccolo villaggio in cui vive Martin, e gli abitanti di Estacion Cortes non possono che reagire reclamando barricate e "rivoluzioni" estemporanee ('ma vi rendere conto di quello che sta succedendo?', chiedono più volte gli interpreti del film). Un'atmosfera catatonica per frammenti d'Argentina che spiace vedere come fossimo ad un reality show (tre quarti dei filmati tv sono pura e tragica cronoca di nemmeno tre anni fa) ma che rendono Una de dos, la migliore, la più impegnata e più coraggiosa prova d'autore di questo concorso SIC.