“Io sono molto attento alle nuove tecnologie, al web, ai film per un target molto giovanile. Andando sul web ci si accorge che gli horror battono bandiera universale, nel senso che li fanno in tutto il mondo. A bassissimo costo, usando il digitale e recuperando i soldi grazie al fatto che un horror si vende ovunque. E allora mi sono detto: perché non possiamo fare un prodotto horror forte, disturbante come un pugno nello stomaco?”. Con queste motivazioni Luca Argentero, uno dei nostri attori più popolari e amati dal nostro pubblico, spiega al Noir Film Festival di Courmayeur il suo esordio come produttore con Cose cattive, horror molto splatter che racconta la vicenda di quattro giovani scelti come finalisti per un gioco in rete che si ripromette di premiare “chi è più cattivo”. Ma il più cattivo di tutti risulta essere il master del gioco, serial killer con manie religiose e una grossa propensione verso il sadismo. Dal massacro uscirà sana e salva solo una ragazza, l'unica che rivolgeva la propria cattiveria non contro gli altri ma contro se stessa. Tante scene e situazioni già viste in Saw, Paranormal Activity e altri horror low budget che hanno fatto il giro del mondo. Alla regia debutta Simone Gandolfo, attore di cinema e di fiction (era Bartali a fianco di Favino nella fiction su Fausto Coppi), riproducendo esattamente il clima degli horror che piacciono agli adolescenti: dimostra di avere imparato bene la lezione degli specialisti americani e giapponesi, ma forse un po' di ironia non avrebbe nuociuto a una storia che sembra essere più un'antologia di richiami ad altri film che un percorso originale. Inoltre, la campagna piemontese in versione invernale è più triste che inquietante, e anche questo non giova al film. Interprete principale Marta Gastini, già vista nel Dracula 3D di Dario Argento: nel suo percorso da Argento ad Argentero la ragazza sembra irriconoscibile, qui tutta dark e là virginale vittima dei succhiatori di sangue. Argentero, insomma, esordisce con un film che sembra una dura sconfessione dei reality che lo hanno lanciato nel mondo dello spettacolo: autocritica o semplice caso?