“Le lanterne magiche continuano a suscitare un fascino straordinario su tutti, non solo su registi, appassionati e storici ma sul pubblico che risponde con grande adesione quando si ricreano spettacoli di lanterna magica anche perché rari: sono pochi i lanternisti in grado di ricostruire il fascino unico e irripetibile di quello spettacolo”, dichiara Alberto Barbera all'inaugurazione della mostra “La macchina delle Meraviglie, lanterne magiche e film dipinto. 400 anni di cinema” (22 luglio-7 novembre) presso le sale delle Arti, Reggia di Venaria Reale.
Alla presenza del presidente della Cinématheque francaise Serge Toubiana, del presidente del Museo del Cinema Alessandro Casazza, del direttore del consorzio di valorizzazione culturale La Venaria Reale Alberto Vanelli e dei curatori della mostra Laurent Cannoni e Donata Pesenti Compagnoni, è stato possibile percorrere le diverse stanze che compongono una mostra tematica sulle lanterne magiche e sui loro legami con il cinema - dal muto all'avanguardia - e con le esperienze legate all'arte contemporanea.
La vita quotidiana, i viaggi, le scienze, gli spettacoli, la religione (soprattutto i gesuiti utilizzavano questo strumento per evangelizzare), l'esoterismo, i racconti, le leggende, le fantasmagorie e l'arte astratta sono illustrati in 10 aree che presentano parte della collezione degli oltre 8000 vetri del Settecento e dell'Ottocento, accanto a film di illustri cineasti (da Méliès a Fellini) e a installazioni di importanti artisti d'oggi (Saul Bass ha ripensato con un'installazione video l'idea del cromatropio, Bill Viola con un trittico video ha ripreso il lavoro di Le Burn). “E' come se fossero tante sale di un lanternista”, precisa entusiasta Mannoni che non è solo storico ma interessandosi del meccanismo della proiezione e di come sia cambiato nelle diverse epoche, si è cimentato anche nelle proiezioni (suo lo spettacolo nella Cappella di Sant'Uberto il 31 luglio). A differenza del suo allestimento parigino in un palazzo moderno (palais de Chaillot, sede della Cinématheque), a Torino ne apprezza la collocazione in una struttura barocca che probabilmente all'epoca della corte, quotidianamente, viveva di questi spettacoli. “Alla Venaria è stato necessario riallestire tutto il materiale ripensando tutto l'allestimento, arricchendolo con altri elementi e suggestioni” sottolinea la co-curatrice Donata Presenti Campagnoni.
Un viaggio affascinante grazie al quale riscopriamo anche il rapporto stretto degli scrittori dell'epoca con questo strumento, servito come metafora per simboleggiare viaggi immaginari, messaggi politici di rivendicazione sociale (proprio perché si trattava di un messaggio filtrato). Per Goethe fu fascinazione, Rimbaud si definiva “maestro di fantasmagoria”; per Proust erano un modo per riappropriarsi della sua infanzia.
E non vengono dimenticati i registi che hanno reso omaggio alla meraviglia della lanterna magica: da Fellini (Roma), Truffaut (Jules et Jim) e Bergman (Fanny & Alexander).
Alla mostra è legato il volume “Lanterna magica e film dipinto” di Mannoni e Pesenti Campagnoni con l'introduzione di Francis Ford Coppola, una serie di spettacoli di lanterne magiche, una rassegna al cinema Massimo ad ottobre e il cortometraggio di Davide Ferrario con Giorgio Pasotti Prima del cinema. Le meravigliose immagini della lanterna magica.