"Abbiamo voluto restaurarlo perché era uno dei tanti film della nostra storia del cinema andati perduti: un problema non solo italiano, anche se noi siamo un po' più specializzati...". Così Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino, presenta al 13° Tertio Millennio Film Fest la versione restaturata, in collaborazione con la Cineteca Nazionale, di Uomini contro (1970) di Francesco Rosi, che non ha potuto partecipare per motivi di salute.
Dramma antimilitarista tratto da Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu, sceneggiato da Rosi con Tonino Guerra e Raffaele La Capria, interpretato ad Mark Frechette, Alain Cluny e Gian Maria Volonté, Uomini contro ritorna alla Grande Guerra per sancire la lotta di classe tra i proletari mandati al massacro e gli inetti ufficiali borghesi: "All'epoca, quando fu presentato alla Mostra di Venezia, venne avversato dalla sinistra radicale e accusato di vilipendio alle forze armate", dice Barbera, sottolineando come "quella accoglienza segnò la cattiva fama di Uomini contro, con la critica che l'ha costantemente escluso dal novero dei capolavori di Rosi, con qualche felice eccezione, come lo studioso francese Michel Ciment. Viceversa, insieme a Salvatore Giuliano, Rosi lo considera il lavoro a cui è più legato".
"Ma accantonate le derive ideologiche di quel periodo, conseguenti alla guerra in Vietnam, rivisto oggi - conclude il direttore del Museo del Cinema - la sua attualità è dirompente, soprattutto dal punto di vista stilistico, e ci riconsegna al suo meglio uno dei grandi autori del cinema italiano, Francesco Rosi".