Meno male che ci ha pensato Alejandro Amenabar a fare un film su Hypatia d'Alessandria, l'astronoma, filosofa, matematica ed eroina di emancipazione intellettuale del 4° secolo vissuta nella città sul delta del Nilo. Intitolato Agora e della sostanziale durata di 2h21', è stato presentato sulla Croisette fuori concorso. "Non si tratta di un film contro le religioni e tanto meno contro il Cristianesimo: Agora è un film contro ogni fondamentalismo e totalitarismo", è la definizione che lo stesso regista spagnolo offre del suo lavoro in conferenza stampa.
Ben interpretato da Rachel Weisz nel ruolo di Hypatia, il film racconta attraverso la figura della scienziata il delicato periodo d'avvicendamento dei culti mentre l'impero romano volge al graduale tramonto. "L'idea di fare Agora mi è venuta mentre mi trovavo al mare, guardando il cielo: ho avuto l'ispirazione di fare un film sulle stelle, dunque l'astronomia. Allo stesso modo anni prima mi era arrivata l'idea di girare Mare dentro, questa volta però mi ero limitato a guardare l'oceano", spiega Amenabar che per affrontare la vita di Hypatia si è recato in Egitto per recuperare i frammenti dei suoi scritti.
"E' disponibile anche un suo ritratto pare originale, al quale ci siamo ispirati per truccare vestire e pettinare Rachel". L'attrice britannica si è preparata al personaggio "con grande dedizione e ne sono rimasta affascinata per la sua modernità".
Film con evidenti riferimenti ai conflitti religiosi mai conclusi e ad alcuni gruppi estremisti - i Parabalani fanno chiara eco ai Talebani - Agora riflette anche con critica drammaticità la fine di un'epoca, di una dominazione culturale e il confronto con i nostri tempi è naturale: "Oggi viviamo la crisi culturale ed economica degli Stati Uniti: probabilmente è un tempo di radicali cambiamenti, forse di una sostituzione dei punti di riferimento, esattamente come nel periodo descritto in Agora", conclude il cineasta. Al momento il film non ha una distribuzione per le sale italiane.