"Vuol dire che avrò una carriera di 40 anni come la Loren e poi diventerò Papa". La prende con filosofia Ambra. E alle critiche degli ultimi giorni risponde per le rime: recependo soltanto il meglio delle accuse che il critico Tullio Kezich e il suo mentore Gianni Boncompagni le hanno da poco rivolto, parlando rispettivamente di lei come del "nulla col vento in poppa" e dicendo che ai tempi di Non è la Rai "non c'era niente di meglio". E' rilassata e risponde col sorriso sulle labbra la neomadrina della 64a Mostra del Cinema di Venezia: "Le critiche non mi stupiscono più. Sono stata sempre amata e odiata allo stesso tempo. Quello che mi sorprende è invece il fatto che spesso provengano dagli stessi che mi hanno premiata col Nastro d'Argento e il David di Donatello". L'onore di presentare la cerimonia d'apertura del festival arriva infatti al termine di un'annata per lei memorabile, grazie ai premi strappati con Saturno contro: "Questo non è certo il finale che aspettavo - dice -. Prima arrivavano gli inviti alle premiazioni, poi le nomination, infine gli annunci che avevo vinto. Sapevo di aver fatto un buon lavoro, ma non pensavo che mi avrebbe portato addirittura a Venezia con questo ruolo".
E' emozionata Ambra, ma cosa la attende dice di averlo realizzato soltanto da poco. Fino a ieri sul set per gli ultimi ciak del film della Comencini, Il bianco e il nero, è arrivata in giornata al Lido per sottoporsi già a una doppia sessione di shooting e poi alle interviste: "L'emozione è iniziata soltanto quando sono sbarcata. Domani magari arriverà anche la paura cosmica. L'unica cosa che non temo sono le gaffe: quindici anni di tv dovrebbero avermi insegnato a evitarle". Ragioni di sicurezza impongono per la serata di domani un cerimoniale extra small, con tempi dimezzati rispetto allo scorso anno: "E' soltanto il nome di 'madrina' che fa paura. Nella realtà deve limitarsi a mostrare un sorriso, il più bello che ha, poi fare un discorsetto di un minuto e un saluto finale". A parte introdurre il presidente della Biennale Davide Croff, ad Ambra non resta che la preoccupazione dell'abito da indossare: "Spero almeno di riuscire a respirare - scherza -. In realtà non ho ancora scelto, ma in finale ne sono arrivati due: uno nero, uno grigio chiaro vicino al bianco. Hanno entrambi un taglio strepitoso e danno quella sensazione magica di avere addosso la cosa giusta, tipica dei vestiti di Armani".
Sarà una vita in corsa quella di Ambra al Lido. Prima della scelta dell'abito e delle prove che la attendono domattina, la neomadrina raggiungerà in serata Campo San Polo, per la tradizionale preapertura che il festival riserva alla città di Venezia. Con lei, insieme a Davide Croff, anche il direttore della Mostra Marco Muller: "Le polemiche che ha sollevato il mio nome - commenta Ambra - gli hanno già dato ragione. Se il suo scopo era fare rumore ci è riuscito perfettamente. Ha detto di avermi scelta perché rappresento qualcosa di giovane, senza una grande storia alle spalle, ma con la possibilità di un grande futuro: una valutazione che mi incuriosisce molto. Mi piace il fatto che possa pensare questo di me". Una prima conferma arriva dallo stesso cartellone del festival: in partenza il 30, Ambra tornerà al Lido tre giorni dopo per ricevere, insieme a Ferzan Ozpetek, l'ennesimo riconoscimento per Saturno contro: il premio Diamanti al Cinema.