Dalla 24ma edizione degli Efa arriva anche una buona notizia per l'Italia. Nell'anno in cui l'oscar europeo ha ammainato bandiera tricolore - nessuno dei nostri connazionali in lizza nelle categorie principali e un solo premio di consolazione: al corto di Terry Gilliam, The Wholly Family, prodotto dalla Pasta Garofalo - soddisfazione suscita la lettura del botteghino europeo 2011. Dove, a sorpresa, troviamo al settimo posto Che bella giornata di Gennaro Nunziante, forte dei suoi 43,6 milioni di euro d'incassi.
Un risultato clamoroso in considerazione del fatto che il film con Checco Zalone è stato distribuito in soli due territori del vecchio continente (Italia e Francia), contando dunque su un bacino di pubblico considerevolmente più basso rispetto alla concorrenza inglese e francese. Non a caso in vetta troviamo i "britannici" Harry Potter e i doni della morte - Parte II (prodotto insieme agli Stati Uniti e primo in top ten con 320 milioni di euro) e The King's Speech (140 milioni di euro), rispettivamente circuitati in 31 e 30 paesi europei. In rapporto al numero potenziale di spettatori, meglio di Zalone ha fatto solo la commedia inglese The Inbetweeners Movie che, uscito solo in patria, ha guadagnato 51,5 milioni di euro piazzandosi al quinto posto.
Sorride Zalone, sorride Medusa (che ha prodotto e distribuito il film), sorride fino a un certo punto il cinema italiano. Se l'exploit di Che bella giornata è innegabile, difficilmente sarà anche replicabile: certi successi nostrani (l'anno prima era toccato a Benvenuti al Sud) sembrano più dei fenomeni estemporanei che il frutto di un sistema produttivo finalmente competitivo. La dimostrazione è che il successo di Zalone (peraltro 13° tra i film europei che più hanno incassato nel mondo nel 2011) resta tutto confinato in patria, mentre il prodotto italiano sconta ancora una difficoltà di penetrazione negli altri mercati. In altre parole: è troppo local. Vero è che non sempre una maggiore presenza in altri mercati significa automaticamente incrementare i guadagni - prova ne sia che il film italiano più venduto all'estero, Habemus Papam (distribuito in otto paesi del mondo), ha incassato meno di un quarto rispetto a Zalone - ma certo aiuta.Il fatto che agli oscar europei non ci fosse quasi nessun titolo tricolore a rappresentarci (con l'eccezione appunto di Habemus Papam, candidato per la migliore interpretazione maschile e la scenografia), è la conferma che, nonostante la bella giornata, per il cinema italiano questa è stata una pessima annata.