Jude e Lucy (Jim Sturgess ed Evan Rachel Wood), uno lontano dalla sua Liverpool perché in cerca del padre mai conosciuto, l'altra in attesa che il fidanzato rientri dall'inferno del Vietnam. Si troveranno, amandosi, sullo sfondo degli States anni '60, quando tragici eventi e spinta verso il cambiamento, mobilitazione per il raggiungimento di una pace universale e repressione di ogni nuova ventata li costringeranno a scelte difficili e dolorose. E' Across the Universe di Julie Taymor, regista di Titus e Frida, stavolta impegnata a portare sullo schermo il verbo poetico e musicale degli intramontabili Beatles: "Nelle rappresentazioni teatrali, così come a Broadway - dice la regista - la cosa principale da cui partire è la forza dei testi originari, la premessa fondamentale per creare quel giusto equilibrio dato dalla fusione di musica e immagini". Vero e proprio musical, interamente poggiato su 33 brani dei fab 4 riarrangiati da Elliot Goldenthal - "Ho pensato al lavoro di Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr considerandoli come dei compositori, provando a dimenticare che fossero i Beatles, altrimenti impossibili da migliorare, per mettere in luce le qualità di questi poeti musicisti, scomponendo e decostruendo le loro canzoni e mantenerne integra l'essenza, elemento che determina le motivazioni dei protagonisti nel racconto", dice il compositore delle musiche originali del film - Across the Universe è caratterizzato dalle partecipazioni eccellenti di cantanti come Joe Cocker e Bono Vox - sorta di poeta beat sulle orme di Neal Cassady - e dall'80% delle canzoni registrate dal vivo, in presa diretta, "cosa molto rara per i film contemporanei", sostiene Julie Taymor, ed è stato concepito "partendo dall'ascolto dell'intera discografia dei Beatles: anche i tantissimi brani che poi non sono stati arrangiati trovano comunque spazio nel sottotesto del film: il personaggio di Prudence, interpretato da T.V. Carpio, ne è un esempio", racconta ancora la regista. Che non dimentica i suoi trascorsi e l'influenza della collaborazione negli anni '70 con il Puppet Theater di Peter Schumann, rinvenibile nel film per l'utilizzo di alcune maschere e coreografie accuratamente ricreate: "Credo sia stata un'esperienza formativa indispensabile, grazie a Schumann il mio rapporto personale con le immagini è cambiato. Non dimenticherò mai la marcia contro la guerra, con la maschera della donna vietnamita schierata in prima linea". E proprio in quel periodo contraddittorio della storia americana è ambientato Across the Universe, con il personaggio di Lucy impegnato con i gruppi radicali del movimento antimilitarista e schierato apertamente contro l'intervento USA in Vietnam: "La cosa più interessante - dice Julie Taymor - è che tutti i protagonisti del film sono giovani della stessa età dei personaggi che interpretano e, come loro, si interrogano oggigiorno sull'attualità di orrori come il conlitto iracheno: quello su cui dovremmo riflettere è che negli anni '60 il dissenso poteva essere espresso solo in quel modo, scendendo per le strade, non era possibile nascondersi dietro un monitor e farlo sapere al mondo attraverso My Space. E' una questione di reazione chimica: si è parte di qualcosa e si riesce a stabilire un miglior contatto con gli altri solo fianco a fianco, per questo spero che Across the Universe possa rappresentare un buono stimolo per tornare a celebrare, nelle piazze del mondo, il concetto di pace e amore".