“Volevo raccontare la storia di due fratelli legati da un sentimento forte ma divisi da alcune cose insormontabili”. Così il regista Alessandro Lunardelli presenta la sua opera prima, Il mondo fino in fondo, Fuori Concorso per la sezione Alice nella Città del Festival del di Roma.
Protagonisti i due fratelli Davide (Filippo Scicchitano, noto per la sua interpretazione nel film Scialla) e Loris (Luca Marinelli). Entrambi vivono ad Agro, un piccolo paesino del nord Italia, e sono figli di un industriale della zona, Davide ha diciotto anni ed è omosessuale, Loris ha trent'anni, è tifoso dell'Inter e non ha idea che suo fratello sia omosessuale. Un giorno vanno insieme a Barcellona per vedere una partita di calcio, lì Davide conosce un giovane ragazzo cileno, ecologista convinto, di cui si invaghisce e decide di scappare con lui a Santiago, in Cile. Anche Loris a quel punto decide di partire per il Cile alla ricerca del fratello.
“Il film è una storia d'amore che richiede un gesto forte, quello di prendere e abbandonare tutto. Una fuga che si trasforma in un viaggio”, prosegue il regista che ha girato tra l'Italia, il Cile e l'Argentina “cambiando set quasi tutti i giorni e facendo molti spostamenti”. “Per molti omosessuali il primo problema è quello di farsi accettare dalla propria famiglia”, dice Camilla Filippi che nel film interpreta Veronica, “E' il caso di Davide. Sarà proprio grazie a questo viaggio che i due fratelli riusciranno a conoscersi e ad accettare le reciproche diversità. Purtroppo la società ha paura della diversità e ancora si pensa che l'omosessualità sia qualcosa che bisogna curare. C'è sempre più ignoranza e i fenomeni di intolleranza aumentano sempre di più”. Oltre questo, al centro del film anche la tematica ambientalista: la conferenza sul clima di Copenaghen e la giovane Camila Vallejo, una delle portavoci e dei leader della mobilitazione studentesca cilena. “Era un mio interesse”-spiega il regista- “E poi ero aiutato dai fatti di cronaca avvenuti nel 2011, volevo raccontare l'idealismo di quella generazione con un po' di ironia”.
“Il Cile mi era funzionale alla storia, perché volevo mettere in evidenza l'ignoranza di Loris che non è in grado di essere all'altezza della situazione perché si trova catapultato in un paese che non è più il suo”, prosegue il regista e Luca Marinelli aggiunge: “Loris si sente responsabile del fratello, ci mette un po' a cambiare, ma alla fine anche lui ha un'anima”.“Girare questo film è stato faticoso, soprattutto per la parte che si è svolta tra i ghiacciai della Patagonia, ma ne è valsa la pena”, dice Filippo Scicchitano e Luca Marinelli conclude: “Non è stato semplice girare tra polvere, terra, sole e freddo, ma, come dice Filippo, ne è valsa la pena”.