"Essere qui a Cannes, in concorso poi, ci rende felicissimi. Dopo tanta fatica e dopo tanta fiducia ricevuta da parte di chi mi ha permesso di fare il film, è bello poterla in qualche modo restituire". Alice Rorhwacher torna sulla Croisette tre anni dopo l'esperienza alla Quinzaine des Réalisateurs con Corpo celeste, stavolta entrando dalla porta principale: unico titolo italiano in gara, Le meraviglie (che Bim porterà in 85 sale dal 22 maggio) racconta l'estate particolare di quattro sorelle, capeggiate da Gelsomina (Maria Alexandra Lungu), la primogenita, in qualche modo erede del piccolo "regno" che suo padre Wolfgang (Sam Louwyck), apicoltore di origine tedesca, ha costruito per proteggere la sua famiglia dal mondo "che sta per finire". Ma le regole che tengono insieme la famiglia sembrano allentarsi: da una parte in seguito all'arrivo di Martin, un ragazzino tedesco in rieducazione, dall'altra l'incursione in quei territori di un concorso televisivo a premi, "Il Paese delle Meraviglie", condotto dalla presentatrice Milly Catena (Monica Bellucci), comparsa liggiù come fosse una misteriosa fata bianca...
"Non è un film autobiografico - ribadisce ancora una volta la regista - ma è innegabile ci siano molte somiglianze con alcuni aspetti della mia storia: siamo nella mia regione (un posto non "definito", al confine tra Umbria-Lazio e Toscana, l'Etruria, ndr...), mio padre era un apicoltore e sono cresciuta in una famiglia di origini miste. Nulla di più però: anche il contesto temporale è indefinito, sembrano gli anni '90, l'unica cosa certa è che siamo dopo il '68, perché da quel momento in poi credo che siano cambiate molte cose".
Per la prima volta, poi, Alice Rohrwacher ha diretto sua sorella Alba, che nel film è la mamma delle 4 bambine: "E' stata un grande aiuto, anche in sede di sceneggiatura, una vera e propria sorella maggiore. Lavorare con lei è stato un po' come quando puoi lavorare da casa, direttamente in pigiama".
Sul coinvolgimento di Monica Bellucci, invece, la regista spiega che serviva "un'icona che arrivasse subito, che fosse molto riconoscibile, che creasse con lo spettatore lo stesso feedback immediato che stabilisce con i personaggi del film quando compare nei panni della presentatrice Milly Catena".
E sarà proprio l'arrivo della televisione a scardinare definitivamente alcuni equilibri: "Ma è un tipo di televisione molto dolce, è il mezzo televisivo, quasi ai suoi primordi, una scatola che deve riempirsi. Volevo rappresentasse una sorta di alieno, cattivo solo nel senso etimologico del termine, ovvero chiuso".
Prodotto da Tempesta con Rai Cinema (e dedicato a “Baumi”, ovvero Karl Baumgartner, morto lo scorso marzo, co-fondatore della tedesca Pandora che ha co-prodotto il film), anche Le meraviglie - come gli altri due film italiani presenti a Cannes (Incompresa di Asia Argento al Certain Regard e Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso alla Semaine) - ha al centro del racconto l'adolescenza: "Quando un caso accade varie volte... Forse l'Italia in questo momento ancora non si sa truccare bene, non riesce ad uscire dall'infanzia. Ma preferisco pensare che il film non sia su quanto siamo adolescenti ma su quanto siamo primogeniti. Ed è un film sul perdono, non sul tradimento".