“Siamo una squadra fatta in casa, ci sentiamo degli artigiani del cinema e questo è uno dei film più artigianali che abbiamo mai fatto” dice con solennità Aldo Baglio, quell'Aldo che nel trio milanese composto anche da Giacomo e Giovanni di solito fa il buffone. Si riferisce al nuovo film di Natale Il ricco, il povero e il maggiordomo, una produzione Medusa in uscita l'11 dicembre 2014. “Ci mettiamo due anni a fare qualsiasi cosa - non si smentise - tra un lavoro e l'altro passano sempre due anni e ora siamo di nuovo in pista”. Il terzetto lo annuncia dal 25° piano della nuovissima Diamond Tower nel capoluogo lombardo dove sta facendo le riprese. Siedono scomposti, ancora con i vestiti di scena, su poltroncine di pelle bianche con Milano sullo sfondo, dietro a finestroni su cui campeggia il titolo del film. “State lontano dalle finestre – avverte Giovanni Storti - non sono ancora state collaudate. Le decalcomanie le abbiamo messe io e Aldo da fuori, mentre Giacomo ci teneva con la corda”. I tre ruoli del titolo non lasciano molto spazio all'interpretazione sull'identità dei loro interpreti. “Sono stato due anni a Wall Street -  scherza Giacomo Poretti - ma non mi hanno fatto entrare”. E Giovanni: “il maggiordomo perfido è nelle mie corde, ma qui sono più quello devoto al padrone che mi ha creato e  che poi, come tutti gli schiavi si ribella, mi sono ispirato ai samurai”. Non ci sono stati dubbi sul ruolo di Aldo, “guardate che faccia c'ha!”, sottolineano gli altri due. Giacomo è uno squalo di Piazza Affari, un broker con l'ufficio nella City di Porta Nuova, la passione per il golf e la villa con piscina in provincia. Giovanni è il fido maggiordomo, pignolo, come sempre, cultore di arti marziali. Aldo è un ambulante abusivo, aspirante bancarellaro, allenatore di calcio per hobby. Si scontrano/incontrano per caso, il ricco subisce un tracollo finanziario e si ritrovano a convivere in un appartamento di periferia. Coalizzarsi sembra essere la soluzione in nome di una sorta di redenzione finale. “Ci sono tante donne in questo film – tiene a sottolineare Aldo - questa volta siamo cambiati, abbiamo voluto un sacco di brave attrici”, tra cui Giuliana Lojodice, l'attrice spagnola Guadalupe Lancho, nei panni di una cameriera sudamericana, e Francesca Neri, una spietata dirigente di banca alla quale i tre si rivolgono per un prestito.C'è come sempre Milano, questa volta ritratta di modo diverso: “Abbiamo sfruttato parte del nuovo quatiere di Garibaldi -  spiega Giovanni - e cercato alcuni luoghi popolari per rappresentare ambienti molto contrastanti, quello ricco e quello più popolare, che sono tipici di questa città, soprattutto in questo periodo in cui la disparità è aumentata e la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre di più”. I temi sono gli stessi, ma non ambiscono a diventare un secondo Capitale umano: “Raccontiamo in termini grotteschi l'ostentazione del ricco e le conseguenze di quei comportamenti spregiudicati che mettono in difficoltà anche le persone legate a questa figura” dice Giacomo.La regia è firmata insieme a Morgan Bertacca, collaboratore del gruppo comico da dodici anni, già regista dello spettacolo teatrale Ammutta Muddica. Il film si proclama orgogliosamente ecosostenibile e ha aderito al protocollo Edison Green Movie. Dalle pratiche quotidiane, alla preparazione delle riprese: carsharing e spostamenti in treno, raccolta differenziata sul set e caffè fairtrade con cialde e bicchierini compostabili. “Perché sono gli atteggiamenti quotidiani a fare la differenza – sentenzia Giacomo - infatti Giovanni usa solo mutande di carta”, “ma di riso – precisa Giovanni - perché ho velleità nipponiche. Aldo non le usa proprio”.