“Clint ti trasforma la vita. Oggi sono più viva, più forte: il set era magico, si respirava un clima d'amore, perché lui ha fatto pace con il suo ego, e ti concede massima fiducia”. Così l'attrice belga Cécile de France, co-protagonista di Hereafter (“Nell'aldilà”), il nuovo film di Eastwood in anteprima europea al Festival di Torino e dal 5 gennaio in sala con Warner. Scritto da Peter Morgan (The Queen, I due presidenti), intreccia tre storie e tre protagonisti: il sensitivo Matt Damon, un bambino che perde il gemello e, appunto, Cécile De France, anchorwoman francese di successo, che viene travolta dallo tsunami del 2004, rimane tra la vita e la morte e, mentre l'amante regista e collega (Thierry Neuvic) non la comprende, mette la sua esperienza su carta: l'editore vorrebbe una biografia di Mitterand, ma riuscirà a trovarne un altro americano.
“Il 26 dicembre 2004, quando ci fu lo tsunami nel Sudest asiatico, ero a Parigi e rimasi scioccata: quando abbiamo girato la scena - per il 90% non ci sono effetti digitali - ero fiera di cavarmela senza controfigure, triste per chi aveva davvero perso la vita e piena di responsabilità per le vittime. Insomma, mi sentivo come il milite ignoto”, dice la De France, che prossimamente girerà con Xavier Giannoli, mentre Neuvic ritorna sulla prima volta con Clint: “L'ho incontrato 5 minuti prima di iniziare le riprese e, come al solito, gli ho chiesto che direzione voleva prendessi nella recitazione: “Ma questo è il tuo lavoro!”, mi ha risposto, aprendoci la porta alla fiducia e alla perfezione”.
Non è l'unico aneddoto. La scena dello tsunami è stata girata nei Pinewood Studios di Londra, con piscina attrezzata e greenscreen, e alle Hawaii: "Sono stata inghiottita dal mare, mentre Clint stava sulla spiaggia ed era visibilmente frustrato. A un certo punto, si è spogliato e mi ha raggiunto tra le onde per dirigermi", rivela Cécile.
Viceversa, Neuvic si sofferma sulla morte, intesa dai più come tema principale di Hereafter: "La morte, in effetti, non ci dovrebbe riguardare, eppure non ne vogliamo parlare: in Occidente è un tabù. E il mio personaggio rappresenta appunto questa idea folle e fragile, perché qui non vogliamo vedere la sofferenza”. E Mr. Eastwood che direbbe? Se il film non ha una dimensione religiosa, la De France afferma: “Credo che Clint sia agnostico, ma tollerante verso i credenti di ogni religione. Non solo, ha fede nell'anima della musica, e in Hereafter c'è un senso di mistero”.