"Avevo una visione, ma non avevo una storia. Ho cercato di crearla. Mi piace pensare sia un documentario perché non è un film. Ma non è neanche un documentario, a dire il vero. Ancora oggi sono confuso". E' un fiume in piena Al Pacino, che porta stasera alla Mostra di Venezia, Fuori Concorso e in anteprima mondiale, la sua ultima fatica da regista, Wilde Salomé, "esplorazione di una pièce teatrale (Salomè di Oscar Wilde, ndr) che mi ha impegnato per molto tempo" - come la definisce ancora Pacino - e allo stesso tempo ritratto intimo e profondo di una tra le più grandi icone del cinema alle prese con il ruolo più impegnativo mai interpretato: se stesso e il re Erode.
L'attore/regista, che prima della proiezione ritirerà il premio "Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2011", riconoscimento dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo, spiega che alla base dell'opera c'era la volontà di "fare un collage, mettere insieme delle cose che alla fine potessero dare l'idea di quello che stavo facendo".
Un viaggio tra letteratura, teatro e cinema che conduce sulle tracce di Salomè, la principessa di Giudea (interpretata da Jessica Chastain, scoperta da Pacino prima ancora che il mondo la conoscesse grazie a The Tree of Life di Terrence Malick), figliastra di Erode (Al Pacino), e su quelle di Oscar Wilde, autore del testo teatrale del 1861, "un vero e proprio genio - così lo ricorda Pacino - pensatore liberale, visionario che auspicava una società più umana, che nella sua epoca camminava su territori pericolosi e che venne arrestato per le sue inclinazioni sessuali ma che in realtà si voleva solamente far tacere".
Prodotto da Barry Navidi e Robert Fox, Wilde Salome - cosa che tra l'altro viene evidenziata anche sullo schermo - ha avuto varie traversie in fase realizzativa: "C'è stata una fase in cui non sapevo più dove andare - confida ancora Pacino - così ho detto al produttore che mi sarei fermato cinque mesi. Trascorso quel tempo è arrivata l'illuminazione: d'altronde realizzare un film è come dipingere, ti allontani e ti riavvicini alla tela per tentare di comprenderla meglio".
Il grande attore e regista italoamericano, poi, non dimentica la sua protagonista, Jessica Chastain: "Il vero motivo per cui ho realizzato Wilde Salome è proprio lei. Quando l'ho vista recitare ho deciso che dovevo averla io prima che diventasse una grande star, sono stato fortunato". "Ci siamo incontrati per oltre un anno, era il mio primo film - racconta l'attrice -. Alla fine, le riprese sono durate solo una settimana e mezzo perché insieme agli altri attori conoscevamo alla perfezione sia la storia che le battute". Tempo di bilanci, infine, come spesso accade quando grandi celebrità vengono premiate per la loro carriera: "Se mi guardo indietro forse non rifarei alcune scelte nella mia vita, ma per quanto riguarda i film sono un caso disperato. Ogni volta mi riprometto di essere selettivo, di fare solo ciò in cui credo veramente. Diciamo che anche oggi, davanti a voi, ribadisco questo proposito per il futuro. Poi si vedrà...".