"Neanche stavolta mi hai buttato giù...".

Jake LaMotta lo sussurrò all'orecchio di Sugar Ray Robinson dopo le 13 riprese passate alla storia come "Il massacro di San Valentino". Era il 14 febbraio 1951, per tutti anniversario quanto mai simbolico della celebre strage compiuta da Al Capone lo stesso giorno di qualche anno prima, il 1929.

Quel match, sospeso dall'arbitro mentre il volto di LaMotta si deturpava sotto i colpi infiniti di Robinson, divenne ancor più immortale grazie a Martin Scorsese, capace di renderne la drammatica portata in quel grandioso capolavoro che fu Toro scatenato (1980), film che valse l'Oscar allo straordinario Robert De Niro, in una delle sue interpretazioni più memorabili.

 

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"Neanche stavolta mi hai buttato giù...". E allora crediamo che ieri, a 96 anni, Jake LaMotta sia morto rimanendo in piedi, vinto dalla vita ma senza essere andato al tappeto.

Nato a New York il 10 luglio 1921 da padre siciliano e madre ebrea, LaMotta è stato uno dei più grandi pesi medi di sempre nella storia della boxe: 106 incontri disputati, con un record di 83 vittorie (30 per k.o.), 4 pareggi e 19 sconfitte.

È stato campione del mondo dei pesi medi dal 1949 al 1951. Celebri soprattutto i suoi incontri con Sugar Ray Robinson, contro il quale LaMotta prevalse una sola volta ai punti. Il sesto incontro fra i due, andato in scena il 14 febbraio del 1951, consegnò il titolo a Robinson e passò alla storia come il 'massacro di San Valentino': ancora oggi è infatti considerato uno dei più cruenti match di pugilato della storia.

De Niro e Martin Scorsese sul set di Toro scatenato

Soprannominato il 'Toro del Bronx', LaMotta - che ha preso parte anche a molti film e prodotti televisit - ha fatto parlare di sé anche per la sua vita spesso sopra le righe fuori dal ring. Ha avuto sei figli da sette mogli diverse ed è stata proprio la sua ultima compagna Denise, di 30 anni più giovane di lui, a dare la notizia della sua morte al sito Tmz.