E’ morto Gianluigi Rondi, il decano dei critici cinematografici italiani. Presidente e fondatore dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, aveva 94 anni: era nato il 10 dicembre del 1921 a Tirano, in provincia di Sondrio.

Morto nella notte del 22 settembre 2016 nella sua casa romana, Rondi aveva comincia a muovere i primi passi nella professione nel 1946 scrivendo per ’Il Tempo’ che l’anno successivo gli affidava la critica cinematografica, incarico ricoperto per tutta la vita. Nel 1949, per la prima volta, è membro della giuria della decima Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1950 comincia la collaborazione per il Giornale Radio che durerà fino al 1995.

Negli anni ’50 si dedica anche alla stesura di sceneggiature. Collabora con registi come Georg Wilhelm Pabst, Joseph L. Mankiewicz, René Clair, Jean Delannoy e Ladislao Vajda. Contribuisce, soprattutto, alla realizzazione di alcuni documentari di carattere storico e biografico e ne firma anche alcuni come regista. Intanto prosegue l’attività di critico e di saggista, quella di docente universitario insegnando storia del cinema italiano all’Università per Stranieri di Perugia e all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e storia ed estetica del cinema alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Negli anni Sessanta comincia la sua collaborazione anche per la televisione. Cura, infatti, diversi cicli cinematografici dedicati a grandi registi. Rondi prende parte, inoltre, alle giurie dei più grandi festival di tutto il mondo. Dopo Venezia arrivano infatti Berlino (1961), Cannes (1963), Rio de Janeiro (1965), San Sebastian (1968). Importante l’opera di riforma degli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento, che dal 1966 in poi saranno monografici, dedicati ogni anno ad un autore. Rondi li dirige fino al 1990. Nel 1970 fonda il Festival delle Nazioni di Taormina del quale è anche direttore artistico.

Nel 1971 entra a fare parte della Biennale di Venezia come commissario, incarico che lascia dopo due anni in polemica per la mancata riforma dell’ente, e nel primo anno come commissario ne venne chiesto il licenziamento per l’inserimento del film I diavoli alla mostra di Venezia. Torna a far parte della mostra lagunare nel 1983 e, nei quattro anni nei quali è direttore, è protagonista anche di discusse scelte, come l’esclusione dalla selezione del film Velluto blu di David Lynch, interpretato da una giovane Isabella Rossellini. In seguito presiede il Festival di Locarno, nel 1988.

Viene poi nominato, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, membro del Consiglio direttivo della Biennale di Venezia, con durata quadriennale. Rondi viene inoltre nominato, il 3 marzo 2011 dal governo commissario straordinario della Siae, la Società Italiana Autori ed Editori ed è Cavaliere di Gran Croce e Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e Legion d’Onore di Francia.

Il presidente Paolo Baratta, "a nome di tutta la Biennale di Venezia, ricorda con rimpianto Gian Luigi Rondi, che fu direttore del settore Cinema e poi presidente della Biennale stessa, protagonista di tanta parte della storia e delle vicende del cinema italiano, nelle quali operò con grande competenza e grande saggezza".

“Con la scomparsa di Gianluigi Rondi se ne va un grande testimone e protagonista del cinema italiano. Un critico eccezionale, il padre dei David, un uomo che ha lavorato tutta la vita, senza mai fermarsi, per sostenere la nostra industria cinematografica con la freschezza e la vitalità che lo contraddistinguevano". Così il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini che ricorda le tante riunioni avute negli scorsi mesi per rendere permanente il finanziamento al David di Donatello. "Un riconoscimento da lui voluto e di cui era particolarmente orgoglioso", conclude il ministro.

“Gian Luigi Rondi ha rappresentato uno straordinario punto di rifermento per tutto il cinema italiano. Fino alla fine ha profuso tutto il suo impegno in quella che considerava una sua creatura, l’Accademia del cinema Italiano – David di Donatello. Con lui se ne va una parte significativa dello spettacolo italiano a cui, tutti noi, dobbiamo esprimere la nostra profonda gratitudine”. Così Carlo Fontana, presidente dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, anche a nome di tutte le associazioni aderenti, esprime il cordoglio per la morte di Gian Luigi Rondi.

La scomparsa, a 94 anni, di Gian Luigi Rondi ha suscitato profonda emozione nell’ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, che ricorda con affetto l’“amico” del cinema italiano, come amava definirsi. In primo luogo in qualità di presidente dell'Accademia del Cinema Italiano - Ente David di Donatello che guidava dal 1981. Rondi è considerato il decano della critica italiana, che lo ha visto in particolare protagonista sulle colonne del quotidiano Il Tempo ininterrottamente dal 1947 a oggi. Un mestiere in cui è stato uno dei precursori e che deve molto alla sua opera, come sottolinea il presidente ANEC Luigi Cuciniello: "È stato uno dei primi e più rappresentativi esempi del lavoro di critico cinematografico: un punto di riferimento e un modello per tutti, sia che se ne condividessero i giudizi sia che si “militasse” in correnti di pensiero ed estetiche differenti. Da quel punto di osservazione discesero tutte le altre, numerosissime attività: a partire dai premi David di Donatello dedicati alla nostra cinematografia, in cui fu coinvolto fin dagli inizi e sempre seguiti con dedizione e passione assoluta, fino ad essere identificati con la sua persona".

Cuciniello sottolinea anche il suo lavoro "per l’organizzazione e direzione di tanti festival e premi, a partire della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, di cui è stato direttore nel difficile biennio di transizione 1971-1972 e poi dal 1983 al 1986, ma anche tra gli altri i premi Vittorio De Sica, gli Incontri Internazionali di Sorrento e pochi anni fa il festival di Roma, di cui è stato presidente. Rondi ha rivestito anche molteplici incarichi istituzionali, come la presidenza della Biennale di Venezia, la partecipazione a varie commissioni ministeriali per la cinematografia, la vicepresidenza di Cinecittà e in ultimo la chiamata a commissario straordinario della Siae, avendo anche esperienze sul versante artistico come regista di molti documentari (in particolare sul cinema, sulla storia e sull’arte) e collaboratore alle sceneggiature di film, tra gli altri, di nomi come Pabst e Mankiewicz, nonché autore di saggi storici e libri sulla Settima arte. Tutti ruoli in cui ha tenuto sempre viva la sua passione per il cinema, al cui servizio si è impegnato fino all’ultimo sia sul versante critico-estetico che per gli aspetti economici e di mercato. Una figura unica e probabilmente inimitabile, che ha segnato un’epoca storica anche in virtù dei suoi rapporti coltivati per decenni con grandi personalità del cinema italiano e internazionale".

Il Presidente Piera Detassis, il Direttore Generale Francesca Via, il Direttore Artistico Antonio Monda, tutto il personale della Fondazione Cinema per Roma e Alice nella città, esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Gian Luigi Rondi. Il decano dei critici italiani aveva presieduto la Fondazione dal 2008 al 2012, mettendo a disposizione la straordinaria esperienza e l’eccezionale competenza per la crescita della Festa del Cinema.

Queste le parole di Piera Detassis: “Per me è stato un maestro da ascoltare, un grande Presidente da osservare nel lavoro minuzioso quotidiano di relazioni e appassionate ricerche di cinema. Infine è stato un complice di vita e lavoro. La sua grandezza sta nella fede assoluta nella necessità della difesa del nostro cinema, era un raffinato critico dalla scrittura mirabile e un politico arguto. Non potrò mai dimenticare la sua lealtà, la sua resistenza e difesa dell'autonomia di nomina, conclusasi con le dimissioni, nel periodo delicato in cui fu chiesta la mia sostituzione 'politica' alla direzione della Festa. Non solo per questo gli sono grata, ma anche per questo. Addio Gianluigi. E grazie”.

“Con la scomparsa di Rondi se ne va un testimone e al tempo stesso un protagonista del cinema italiano”. E’ quanto dichiara Domenico Dinoia, presidente della Fice - Federazione Italiana del Cinema d’Essai, commentando la morte di Gian Luigi Rondi.

“Rondi – prosegue Dinoia – sarà ricordato non solo per essere stato il “padre” del David di Donatello, ma anche per il suo ruolo di organizzatore di cultura e di acuto critico cinematografico. Una vita, la sua, spesa fino all’ultimo istante a sostegno del nostro cinema”. “La Fice – conclude Dinoia – si stringe al dolore dei familiari ed esprime il più profondo cordoglio”.

“Siamo molto addolorati per la scomparsa di Gianluigi Rondi, conosceva tutto del cinema. Per noi non è stato solo un Presidente ma anche un maestro. Collaborare con lui alla Festa del Cinema è stato importante e formativo allo stesso tempo”.

Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, direttori artistici di Alice nella Città, esprimono così profondo cordoglio per la scomparsa di Gianluigi Rondi, critico cinematografico e Presidente della Fondazione Cinema per Roma dal 2008 al 2012.

Il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani nel darne notizia, ricorda con stima e antico affetto non solo il critico, ma soprattutto un grande sostenitore del cinema italiano e uno degli iscritti storici del Sindacato.

"Gian Luigi è stato un riferimento prezioso per generazioni di protagonisti del nostro cinema, ma anche per molti lettori che hanno formato il loro gusto di spettatori non solo sulla critica, ma sulla sua passione autentica che lo ha reso insuperabile creatore di eventi e festival", ricorda Laura Delli Colli, Presidente del SNGCI a nome del Direttivo Nazionale.

Di Rondi ricorderemo sempre, con la sua lezione professionale e umana, la sua emozione nel ricevere a Venezia il nostro Premio Bianchi intitolato a un critico e giornalista che stimava sinceramente e la serata dei Nastri d'Argento per il documentario di due anni fa che fu occasione per festeggiarlo insieme al film della sua vita.

L'ultimo saluto a Gian Luigi Rondi dopodomani, sabato 24 settembre, alle ore 15.00 nella la chiesa di S. Anselmo all'Aventino a Roma.