E' morto a Parigi all'età di 91 anni Alain Resnais, grande regista francese e precursore della Nouvelle Vague. Resnais è deceduto sabato sera, circondato dalla famiglia, come ha riferito il suo produttore Jean-Luois Livi. Resnais, che a giugno avrebbe compiuto 92 anni, ha diretto capolavori come Hiroshima mon amour del 1959 e La vita è un romanzo, ed è stato un grande teorico del cinema. Il suo ultimo film, Aimer, boire et chanter, era stato accolto molto bene al Festival di Berlino. Nella sua lunga carriera, vinse un Leone d'Oro (L'anno scorso a Marienbad) e uno d'argento, due Orsi d'argento, tre premi Cesar e un David di Donatello. Nato in Bretagna a Vannes il 3 giugno 1922, Resnais cresce in una famiglia agiata, il padre è un farmacista. Soffre d'asma e passa la sua adolescenza leggendo. All'età di 12 anni riceve in regalo una cinepresa 8 mm con cui gira un film ispirato alle avventure di Fantomas. Nel 1939 decide di fare l'attore e si trasferisce a Parigi per seguire i corsi di René Simon. Nel 1943 si iscrive all'IDHEC, famosa scuola di cinema parigina, dove studia per due anni fotografia e montaggio. Colto, aristocratico nell'animo e per ceto sociale, raffinato, il regista ha firmato opere complesse, tipicamente francesi.
L'esordio risale al 1948 con un documentario d'arte (genere in cui si dimostrerà un maestro), Van Gogh che vince due premi a Venezia e due anni dopo un Oscar. Nel 1958 realizza il suo primo lungometraggio Hiroshima mon amour, su un soggetto di Marguerite Duras, cui fanno seguito 13 film di altissimo livello tra cui il drammatico L'anno scorso a Marienbad, vincitore del Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia 1961. Nel 1966 firma la regia di La guerra è finita, storia di un militante spagnolo messo a confronto con le pratiche terroristiche delle nuove generazioni.
Nel 1977 è la volta di Providence, considerata la sua opera migliore, in cui indaga nella psiche, nel modo in cui l'essere umano vive il passato e soprattutto sui rapporti che intercorrono tra realtà e creazione letteraria. Il film successivo è Mon oncle d'Amérique (1980), che vince un Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes e che fa vincere a Jean Gruault un Premio David per la migliore sceneggiatura. Nel 1986 dirige Mélo, una provocazione che investe il lavoro degli attori. Nel 1989 con Voglio tornare a casa! vince il Ciak d'oro alla Mostra Internazionale del Cinema a Venezia. Nel 1995 riceve il Leone d'oro alla carriera.