(Cinematografo.it/Adnkronos) - E' morto Kirk Douglas, leggenda di Hollywood. L'attore aveva 103 anni. Il figlio Michael Douglas ha scritto su Instagram: "È con tremenda tristezza che io e i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciato oggi all'età di 103 anni. Per il mondo era una leggenda, un attore dell'età d'oro dei film, il cui impegno umanitario per la giustizia e le cause in cui ha creduto hanno fissato uno standard a cui tutti aspiriamo".

"Ma per me, i miei fratelli Joel e Peter era semplicemente papà - si legge nel post - per Catherine, un meraviglioso suocero, per i suoi nipoti e pronipote, il loro nonno amorevole, e per sua moglie Anne, un marito meraviglioso".

"La vita di Kirk è stata ben vissuta - scrive Michael Douglas - e lascia un'eredità nel cinema che durerà per le generazioni a venire, e una storia come un famoso filantropo che ha lavorato per aiutare la gente e portare la pace sul pianeta. Vorrei concludere con le parole che gli ho detto durante il suo ultimo compleanno e che rimarranno sempre vere. Papà, ti amo così tanto e sono così orgoglioso di essere tuo figlio. #KirkDouglas".

Non si contano i film interpretati da Kirk Douglas. Nella sua grande carriera ha incarnato diversi ruoli: pugile agguerrito in Il grande campione, giornalista senza scrupoli in L'asso nella manica, anche se per tutti sarà sempre il gladiatore Spartaco, dell'omonimo kolossal firmato da Stanley Kubrick, Spartacus.

Dalla biografia presente sul Cinedatabase:

Attore, regista e produttore. Unico figlio maschio, con sette sorelle, di Jacob e Channa Danielovitch, una coppia di immigrati ebrei russi. Per mantenersi agli studi lavora come cameriere, laureandosi alla St. Lawrence University e frequentando poi l'American Academy of Dramatic Art. Il suo primo nome d'arte è Isidore Demsky.

Debutta a Broadway nel 1941, ma abbandona le scene per il servizio militare nella Marina degli Stati Uniti. Torna a recitare in teatro e alla radio quando la Paramount gli offre il ruolo del protagonista nel film di Lewis Milestone "Lo strano amore di Martha Ivers" (The strange love of Martha Ivers).

Sguardo magnetico e fisico prestante (faceva il lottatore), bravo nella commedia brillante, eccellente nell'interpretazione di personaggi rudi o tormentati, passa con tranquillità dal dramma al film politico, dal western ai film storici, dal thriller alla fantascienza. Considerato quasi un despota sul set, ha litigato con molti dei registi con cui ha lavorato arrivando talvolta a sostituirli dietro la macchina da presa.

Nel 1955 fonda una sua casa di produzione indipendente realizzando molti film di rilievo. Nel 1973 esordisce nella regia con Un magnifico ceffo da galera (Scalawag) per poi bissare nel '75 con I giustizieri del West (Posse).

Ha lavorato anche in Italia, con Mario Camerini per Ulisse nel 1954, con Michele Lupo per Un uomo da rispettare nel 1972 e con Alberto De Martino per Holocaust 2000 nel 1978.

Ha lavorato spesso in coppia con Burt Lancaster sia al cinema che in teatro. Si è sposato due volte: con Diana Dill nel 1943 da cui ha avuto due figli, Michael (famoso attore) e Joel (proprietario degli studi cinematografici Victorine a Nizza) e con Anne Buydens nel 1954, con cui ha avuto altri due figli, Peter (produttore) ed Eric (attore).

Ha scritto un'autobiografia, Il figlio del venditore di stracci (The ragman's son), e due romanzi: Dance with the davil e The secret. Nel 1981 ha ricevuto dal presidente Reagan la Medaglia della Libertà e nel 1995 un oOcar alla carriera.

Colpito da ictus nello stesso anno è riuscito a recuperare un deficit del linguaggio tanto da potersi impegnare in una campagnia sociale in favore dell'integrazione linguistica degli immigrati.