(Cinematografo.it/Adnkronos) - Addio a una leggenda della controcultura americana, tra i maggiori ideatori e rappresentanti del cinema underground: il regista, poeta e artista lituano naturalizzato statunitense Jonas Mekas, considerato il 'padre' dei film d'avanguardia negli Usa, è morto ieri nella sua casa di New York all'età di 96 anni. E' stato il fondatore, con il fratello Adolfas Mekas, della rivista Film Culture (1954) e cofondatore dell'Anthology Film Archives (1969) e del New American Cinema Group.

Jonas Mekas era noto per i suoi film sperimentali che impressero un timbro inconfondibile al movimento del New American Cinema, sviluppando dal 1962 un nuovo stile diaristico. Collaborò e sostenne artisti come Andy Warhol (a cui ha dedicato Scenes from the Life of Andy Warhol: Friendships and Intersections del 1982), Yoko Ono, John Lennon, Velvet Underground, Allen Ginsberg, Stan Brakhage e Salvador Dalí, che al tempo stesso 'documentò' con i suoi film.

 

Nato il 24 dicembre 1922 a Birzai, nel 1944 Mekas lasciò la Lituania a causa della guerra. Durante il viaggio in treno fu fermato in Germania insieme al fratello Adolfas (1925-2011) ed entrambi furono imprigionati per otto mesi in un campo di lavoro nei pressi di Amburgo. Riuscirono a fuggire e a nascondersi in una fattoria vicino al confine danese, fino al termine della guerra. Dal 1946 al 1948 Jonas Mekas studiò filosofia all'Università di Magonza e alla fine del 1949, rifiutandosi di tornare nella Lituania occupata dai sovietici, emigrò con il fratello negli Stati Uniti, stabilendosi a Nel Work, nel quartiere di Brooklyn.

 

Fu proprio a New York che scoprì il cinema d'avanguardia, frequentando lo storico cineclub Cinema 16, fondato da Amos Vogel. Nel 1954, con il fratello Adolfas, fondò la rivista di cinema Film Culture e nel 1958 iniziò a scrivere per The Village Voice. Nel 1962 co-fondò la Film-Makers' Cooperative e la Film-makers' Cinematheque che divennero in breve tempo l'Anthology Film Archives, il più importante archivio di cinema d'avanguardia del mondo. Mekas ebbe un ruolo decisivo nello sviluppo del cosiddetto New American Cinema e della controcultura cultura degli anni '60.

 

Sin dall'acquisto della sua prima cinepresa, una Bolex 16-mm, presa non appena sbarcato a New York, Mekas fu travolto dalla passione di filmare la vita che lo circondava: Brooklyn, le strade, la gente di cui sarebbe stato infaticabile esploratore. La caratteristica che contraddistingue tutta la cinematografia di Mekas è infatti la sua natura diaristica e documentativa, con riferimenti molto spesso biografici e un'ossessione nel riprendere il quotidiano che lo porterà a essere capostipite di quella che può essere definita una Nouvelle Vague americana. Non a caso Walden: Diaries, Notes and Sketches (1969) è il titolo scelto per racchiudere e cercare di dare un ordine a questa enorme mole di materiale girato in periodi diversi.

 

Non si troveranno mai nelle opere di Mekas elementi drammatici, colpi di scena o narrazioni; il suo cinema è fatto di piccoli momenti e sguardi intimi che danno valore alla realtà quotidiana e alle azioni compiute tutti i giorni. Tutti i suoi lavori sono realizzati in 16 mm e compongono un grande puzzle che sembra potersi definire in una visione d’insieme univoca in una delle sue opere più importanti, As I Was Moving Ahead Occasionally I Saw Brief Glimpses of Beauty (2000).

 

Il suo sguardo, che gli permette di vedere scorci di bellezza nella vita quotidiana, è quello di uno straniero, un esiliato, una 'displaced person', come venivano chiamati al termine della guerra i cittadini impossibilitati a tornare nella propria terra d'origine. Per questo la forma del diario visivo sviluppata da Mekas si è tradotta in un percorso di immagini in movimento tra i ricordi del passato e le sperimentazioni del presente, continuando a cercare in posti dove non c'è niente per trovare frammenti meravigliosi in immaginari solo all'apparenza aridi. L'intero percorso cinematografico di Mekas è un grande racconto dell'esistenza, delle esperienze e delle percezioni, delle azioni minime prese ovunque, in ogni momento della vita.

 

Dopo aver filmato con il fratello Adolfas The Brig (1964), uno spettacolo del Living Theater, Jonas Mekas ha diretto una grande quantità di lavori che, sebbene molto diversi per ispirazione e contenuti, hanno seguito il principio di realizzare un unico grande diario.

 

Si ricordano: Hallelujah, the Hills! (1963); Flaming Creatures (1964; in collaborazione con J.Smith); Diaries, Notes and Sketches (1969); Lost, Lost, Lost (1976); He Stands in a Desert Counting the Seconds of His Life (1986); Happy Birthday to John (1996); This Side of Paradise (1999); A Letter from Greenpoint (2005). Dal 2000 Mekas ha presentato i suoi lavori nei più importanti musei e manifestazioni del mondo come l'Hermitage di San Pietroburgo, il Centre Pompidou di Parigi il museo Ludwig di Colonia, la Serpentine Gallery di Londra, il Moderna Museet di Stoccolma, il MoMa PS1 di New York, Documenta di Kassel e la Biennale di Venezia. Una mostra personale di Jonas Mekas si è svolta a Bergamo nel 2018.

 

Jonas Mekas è stato nominato dal ministro della Cultura francese Commendatore dell'Ordine delle Arti e delle Lettere (2013) ed era membro dell'American Academy of Arts and Sciences (2013). E' stato insignito della Medaglia per le Scienze e per le Arti dal governo austriaco (2008) dei premi dell'International Documentary Film Association e del Los Angeles Film Critics Association's (1997, 2007), della laurea honoris causa in Fine Arts del Kansas City Art Institute (1996) del Lithuanian National Prize (1995) e de Guggenheim Fellowship (1966).